Celerità e frammentazione
Dunque è più che legittimo confrontare la prospettiva di Nielsen & Co., che più sopra avevamo definito funzional-razionalistica con essi.
Nielsen al capitolo “Progettazione delle pagine” dedica un paragrafo ai “Tempi di risposta”1, leggiamone alcuni stralci pertinenti al nostro discorso:
– […] i tempi di risposta rapidi siano il più importante criterio di progettazione per il Web.
– […] gli utenti per muoversi agevolmente in uno spazio informativo, hanno bisogno di tempi di risposta inferiori al secondo, quando passano da una pagina all’ altra.
– […] Al momento l’obiettivo minimo per ciò che riguarda i tempi di risposta dovrebbe essere di mostrare le pagine agli utenti in meno di 10 secondi, che è il limite entro il quale si riesce a mantenere la concentrazione durante l’attesa.
– […] le pagine Web devono essere progettate per essere veloci. In effetti la velocità dovrebbe essere il criterio prevalente della progettazione.
Ora Anceschi (e noi con lui):
[…] In effetti è vero che l’utente del Web ha fretta, è impaziente e se non soddisfacciamo in fretta il suo bisogno informativo clicca e se ne va, ed è altrettanto vero che certi siti caratterizzati da un attrito informatico (il numero di clic necessari per raggiungere l’obiettivo informativo desiderato) smisurato sono insopportabili, peccato che il senso di una risposta che non possa essere altro che celere, e che lo è continuamente e a ripetizione, finisca per essere, per il destinatario, l’imposizione di un’indebita concitazione.2
Insomma la soluzione proposta da Nielsen ha del paradossale; se è vero, come la Web experience insegna, che: […] Noi schiacciamo un botton visibile facendo scattare un trigger invisibile,che ci spara istantaneamente la schermata e poi la serie di schermate […]; e che di conseguenza, in una sessione di navigazione: […] Lo sforzo è quello di mantenere in vita la continuità ([…] del viaggio), in un mutamento continuo.
Dunque il criterio prevalente nella progettazione dovrebbe essere, al contrario, non la velocità, ma la cura per le transizioni: […] nella concretezza del Web,di ogni schermata vanno soprattutto concepiti e realizzati i giunti spazio-temporali.
Viene dunque fuori che il concetto di usability di Nielsen risulta essere tutt’altro che orientato all’utente: Nielsen finisce per proporci una soluzione in cui è il corpo dell’utente a doversi adattare all’interfaccia Web e non il sito Web ad essere plasmato in funzione di un corpo a corpo (interazione) Ease (“facile”).
Ricordiamo, a questo punto, che il termine Ease è uno dei quattro termini su cui Nielsen dice fondarsi la buona progettazione Web; da lui riassunti nell’acronimo HOME (High, Often, Minimal, Ease).
E sottolineamo, ancora, che il significato attribuito al termine Ease da Nielsen nasce da una incompleta – insufficiente se non errata rilevazione della Web experience (dell’interazione navigator interfaccia Web).
Continuando il nostro percorso, Nielsen ci introduce al capitolo “Progettazione dei contenuti” così: “In fin dei conti gli utenti visitano un sito per il contenuto. […] L’unico scopo del design è permettere ai visitatori di arrivare al contenuto3. E fin qui siamo d’accordo; ma in che modo, secondo Nielsen, il Web design deve permettere agli utenti (soggetti) di arrivare (a congiungersi) al contenuto (con l’oggetto di valore)?
Iniziamo con quella che possiamo definire (con Anceschi) la “frammentazione dell’informazione”. Scrive Nielsen: “Anche se fornite contenuti multimediali […] provate a spezzare i brani lunghi in parti più brevi che si possano scegliere attraverso un menu […]”4. Ma dato che il Web come si è visto è caratterizzato dalla frammentazione ([…]sequenza di pagine/schermate che si scatenano e concatenano con un clic), sembra davvero poco illuminante proporre per i contenuti multimediali un’aggregazione degli elementi per spezzettamento-accostamento.
In Nielsen la frammentazione fa tutt’uno con la concitazione, vediamo allora ancora un altro passo relativo ai tempi di risposta. Nel capitolo “Previsioni per il futuro” Nielsen scrive: “A partire dal 2003 circa, gli utenti di fascia alta disporranno di una banda di circa 1,5 Mbps (megabit per secondo). Questo consentirà loro di scaricare le pagine in meno di un secondo e di navigare liberamente nel Web. Con tempi di risposta inferiori al secondo, la navigazione sarà molto più gratificante.”5
Vediamo Anceschi sullo stesso punto, innanzitutto ribadiamo che: “[…] nella concretezza del Web, di ogni schermata vanno soprattutto concepiti e realizzati i giunti spazio-temporali […]”. E questo per la frammentazione del Web era utile ripeterlo; ora invece vediamo come il design deve creare la narrazione – il percorso che porta i navigators a raggiungere il contenuto da loro cercato – desiderato – il percorso che permette al soggetto (navigator) di congiungersi col suo oggetto di valore (il contenuto Web):
“- […] c’è qui bisogno di un sapere relativo alle transizioni […]. Vi conta di più la progressione dei piacevoli passi che l’acme del piacere scopico.
– […] Cardine della narrazione è la sospensione […], dell’esitazione come ingrediente narrativo principale.
– […] il designer […] deve saper tradurre il fastidio dell’impazienza in piacere dell’attesa”6
NOTE
Comments are closed