Che cos’è il sintetizzatore?
Il sintetizzatore è uno strumento musicale facente parte della classe degli elettrofoni capace di generare (appunto sintetizzare) ed elaborare il suono mediante dei dispositivi elettrici ed elettronici (oscillatori, filtri, generatori di inviluppo, amplificatori ecc) che possono essere realizzati secondo la tecnica analogica o digitale. In generale si può dire che l’architettura del sintetizzatore si basa sulla connessione di diversi moduli, ognuno dei quali è specializzato nel produrre, elaborare, amplificare il suono.
Il sintetizzatore nasce negli anni sessanta anche se l’idea di strumento elettrofono non è certo nuova (da menzionare il Theremin 1919, le onde Martenot 1928, l’organo Hammond 1929, ecc). Fu inventato per riunire in un’unica macchina i dispositivi di uno studio di produzione musicale elettronica del tempo, permettendo così al musicista di esprimersi al meglio nella fase creativa e compositiva. Il sintetizzatore è stato messo per la prima volta sul mercato nel 1964 dal Dottor. Robert A. Moog (nome sicuramente di punta nel panorama della musica elettronica) che perfezionò il progetto originale di D. Buchla.
Nel corso degli anni il sintetizzatore si è evoluto ma il concetto di fondo è sempre rimasto lo stesso: generare e manipolare elettronicamente il suono. Non è possibile fare in poche parole una sintesi di tutti i sintetizzatori che sono stati prodotti, o descriverne il loro funzionamento, ma è possibile però descriverne i concetti generali e dividerli in famiglie e sottofamiglie.
I primi che furono realizzati, come abbiamo detto, utilizzavano la tecnica analogica e pertanto sono detti “sintetizzatori analogici” e fanno parte di un periodo storico ben preciso, dalla metà degli anni sessanta alla metà degli anni settanta. Sono chiamati anche vintage o retro.
In seguito la tecnologia digitale ha permesso di costruire dei “sintetizzatori digitali”, costituiti da circuiti discreti (non analogici), evolvendo così oltre al modo di costruzione anche il modo di utilizzarli. Anche i sintetizzatori digitali fanno parte di un periodo storico ben preciso, che va dai primi anni ottanta fino ai giorni nostri. Oggi sta nascendo una nuova generazione, i “sintetizzatori virtuali”. Non sono altro che dei software per computer che, servendosi di una moderna scheda audio, simulano in tempo reale o differito il funzionamento di un sintetizzatore sia analogico che digitale. Logicamente però il suono di un sintetizzatore virtuale analogico non è veramente analogico, perché è creato nel dominio digitale, ma simula, imita il funzionamento di uno analogico. Raggiungere questo traguardo è stato possibile grazie alla crescita esponenziale della tecnologia che ha permesso di costruire computer sempre più potenti ad un prezzo sempre più basso.
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