Second Life?
Immersi in un qualcosa di tanto sofisticato ed altamente interattivo col mondo reale ci si chiede allora che senso abbia parlare ancora di “seconda vita”. Uno spazio del genere, che offre orizzonti tanto ampi alla ricerca di così tante discipline, non può che soffrire la relegazione a “secondo mondo”, rimarrebbe ancorato ad una semantica legata all’intrattenimento quando la realtà dei fatti porta a vivere sempre di più lo spazio virtuale come una protesi del mondo materiale, un’altra enorme stanza delle nostre abitazioni di cui la porta d’accesso è il computer collegato ad internet, capace di essere sia “preparazione a” che “strumento di comprensione per” la vita di tutti i giorni, così come l’esperienza materiale può essere considerata per certi fini una palestra per riuscire meglio negli affari in SL.
Diventa quasi normale cominciare a pensare a quegli spazi come materiali, la linea tra il sogno e la sua rappresentazione intorno a noi si affina sempre di più, magari ci si chiede se uno spazio nuovo non sia poi una necessità per sfuggire ad un mondo che ci costringiamo spesso a vedere come inquinato e pericoloso, oppure se sia una pura necessità di mercato per avere più spazio in cui pubblicizzare e consumare prodotti reali e virtuali, come per esempio è successo in SL con giri di prostituzione organizzata e narcotrafficanti che vendono pastiglie che una volta ingerite provocano un effetto di confusione grafica delle schermate che dura qualche minuto. Lì il pudore può non esistere, non c’è nessuno che indossi la divisa e punisca atteggiamenti che lontano dagli schermi vengono classificati illegali od immorali.
Proprio quest’altra considerazione ci porta ad assottigliare un altra barriera, quella poco fa enunciata, tra mercato ed esigenze delle masse: siamo sempre più spinti a rivedere il mondo reale all’interno dei nostri computers, quasi senza accorgercene, un po’ per cultura consolidata da generazioni un po’ perché ci si rende sempre più conto che i sistemi che reggono parte del mondo reale hanno una loro fondatezza che li rende quasi inattaccabili. Si può pensare che un mondo diverso sia impensabile finché ci saranno sempre le stesse forze ad abitarlo e gestirlo, dagli uomini che camminano ai fiumi che scorrono, dai moti della Terra al fatto che sommando un due ad un due inevitabilmente otterremo un quattro.
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