Second Life: didattica ed oltre
Ma le opportunità offerte da SL non si esauriscono nella creatività e nel mercato. Università americane come la Harvard Law School, la Suffern Middle School di NY e la Scuola di Diplomazia Annenberg della University of Southern California hanno studiato e compreso un aspetto forse ancora più interessante legato appunto alla didattica. Già da qualche tempo infatti alcune facoltà americane hanno istituito dei corsi online in cui ci si può “presentare in aula” collegandosi al programma spostando così il luogo fisico dell’ apprendimento all’interno del web, “creando” (sembra che SL sia destinato a permettere a chiunque di creare qualcosa!) una nuova aula, o meglio rivedendo ed ampliando la semiosi ad essa legata. C’è dell’altro. Gli esperti di pedagogia sanno che il modo più efficace per apprendere nuova conoscenza è quello che viene definito “operare cognitivo” 1 (anche detto “percettivo-motorio”), ovvero conoscere il mondo tramite la percezione sensoriale degli oggetti e l’interazione con essi. In SL certo la percezione sensoriale non è possibile, od almeno non esistono al momento tecnologie a larga diffusione che permettano la trasmissione dei possibili stimoli sensoriali dal computer al corpo umano, è possibile però associare alle azioni sul mondo parallelo delle reazioni che rimandino a stati biologici e simulino reazioni psicologiche reali. È il risultato che l’ americana NOAA (National Oceanic and Athmospheric Administration, sito web www.noaa.gov) insegue da tempo con il progetto Meteora:
Meteora è un’ isola in cui vengono offerte dimostrazioni educative su tutto ciò che ha a che fare con gli oceani, il clima e gli spostamenti di masse d’aria e d’acqua. Qui si può scoprire la vita sottomarina andandosene a zonzo nei fondali con un sottomarino, capire come si scioglie un ghiacciaio o nasce uno tsunami tramite una simulazione estremamente realistica ed entrare dentro un uragano a bordo di un aereo ((Arianna Dagnino, “Second Life educational”, L’Espresso, n.16, 26 aprile 2007, p. 190.)).
Un altro metodo classico di apprendimento ha trovato in SL un buon alleato. È il “learning by experiencing” (letteralmente imparare facendo esperienza) , che è ritenuto il più fruttuoso per l’apprendimento delle lingue straniere. Il metodo classico consiste nel visitare per un periodo un paese straniero nel quale vivere a contatto con la lingua da apprendere, trovandosi per forza di cose in situazioni tipiche come un bar, un aereoporto, un’ edicola, ecc. In SL il Language Lab offre la possibilità di “vivere” queste situazioni senza bisogno di muoversi da casa o dal punto di lavoro. Ci sono poi una serie di altre iniziative che hanno preso corpo in questo nuovo mondo: la creazione di consolati virtuali, centri di assistenza ed ascolto, punti di informazione virtuali per associazioni e partiti politici, corsi di formazione e di specializzazione per professionisti in vari settori, campi scuola per bambini (sul sito Teen Second Life,versione del programma dedicata ai ragazzi dai 13 ai 17 anni), esecuzione di concerti di gruppi e musicisti famosi, riproduzioni a scopo “turistico” di città e luoghi d’arte del mondo reale ed eventi pubblicitari in parallelo tra i due mondi.
E l’Italia non sta a guardare: Bruno Cerboni con la Virtual Italian Parks (VIP) ha dato vita alla sim Parioli che riproduce in SL alcune zone della capitale italiana e ospita in continuazione attività di intrattenimento e propaganda artistica, la stessa VIP crea sim e strutture architettoniche legate all’ italian style che è sempre di gran moda nel mondo reale come in quello virtuale, il ministro Antonio Di Pietro ha adibito un’intera isola a sede del partito “L’Italia dei valori” in cui si tengono regolarmente riunioni ed incontri, ed il gruppo editoriale “L’ Espresso” , per promuovere una recente collana di testi dedicati al Risorgimento italiano, ha organizzato nello spazio virtuale una serie di tre incontri con personaggi di quel periodo storico (ovviamente riproduzioni in avatar) come Garibaldi, Mazzini e Cavour firmando il primo esperimento italiano di coazione tra lancio editoriale e divulgazione storica su SL; sono comunque solo una piccola parte delle attività italiane nel cyberspazio firmato Linden Lab, in cui il bel paese può vantare di avere rappresentanze di rilievo in più ambiti2 . In uno scenario del genere vengono in mente le parole di due grandi semiologi come Paolo Fabbri ed Omar Calabrese che indicavano, quasi vent’anni fa, le rappresentazioni tecnologiche come “il vero esperanto realizzato”3. Il vero modo per trasmettere tutto a tutti, capaci di essere struttura e tutore di chiunque abbia voglia e possibilità di apprendere.
- Francesco Antinucci, “Il corpo della mente”, in P.L. Capucci -a cura di-, Il corpo tecnologico, Bologna, Baskerville, 1994, pp. 17 – 24. [↩]
- Per citarne solo alcuni: Mario Gerosa, giornalista esperto dimondi virtuali presente in SL; Bruno Cerboni, CEO di Virtual Italian Parks; Marco Cadioli, primo fotoreporter di mondi virtuali. [↩]
- Omar Calabrese, Paolo Fabbri, “Mostre vagabonde”, Panorama n. 1223, 24 settembre 1989, p. 34. [↩]
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