[Ricerca realizzata per l’esame del Corso di Teoria e tecnica delle comunicazioni di massa (prof. Pier Luigi Capucci), DAMS, Università di Bologna, A.A. 2006/2007 Programma del Corso (pdf, 92 Kb)]
Second Life si presenta dunque come uno strumento difficile da definire e da relegare in una categoria preesistente. Al suo interno troviamo elementi discordanti che provocano uno smarrimento di orizzonti, ad esempio si può volare e teletrasportarsi ma esistono strutture dotate di scale ed i mezzi di trasporto, gli avatar tendono all’umanizzazione mentre le merci si smaterializzano. Poi l’arte, praticamente onnipresente in SL, tanto che trovare davvero qualcosa che possa definirsi arte diventa una sfida sempre più ardua, e lo stesso vale per l’ambiguità e la trasgressione.
Questa coesistenza tra l’assurdo e il realistico, la caoticità delle correnti e la difficoltà di catalogazione dei fenomeni ci fanno rendere conto di essere un popolo nomade, o meglio di essere in una fase di migrazione di massa: ci troviamo a calpestare un terreno nuovo senza sapere ancora di cosa possa essere capace, quindi incapaci noi stessi di prendere delle direzioni da sviluppare e tendiamo quindi a riportare nella nuova terra le usanze ed i sistemi ai quali siamo abituati da sempre, ed allo stesso tempo siamo euforici per la scoperta di nuove potenzialità.
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