Le origini dell’MMS. Breve cronistoria del messaggio di telefonia mobile
Lo short message service è nato nel 1992 per una casualità. Moltissimi utenti degli SMS sono convinti che si tratti di una invenzione recentissima, e invece ha già compiuto undici anni, festeggiati il 3 dicembre 2003. Di nazionalità è inglese, e qui gli sciovinisti di Oltremanica possono andare orgogliosi. Quel giorno l’ingegnere Neil Papworth inviò a un suo collega della Vodafone un bel “Merry Christmas”, a cui il collega rispose. Nessuno dei due pensava di aver inventato qualcosa di così clamoroso nel mondo delle telecomunicazioni – nel solo 2002 sono stati inviati 186mila milioni di SMS – e invece…
Il caso, si diceva. Come in quasi tutte le grandi invenzioni. Quando fu progettato lo standard Gsm, fu previsto anche uno spazio all’interno del pacchetto dati che le antenne trasmettono ad ogni terminale per poterlo distinguere. Tuttavia all’epoca nessuno dei produttori di telefonini né gli operatori consideravano questo servizio prioritario e non era nemmeno molto chiaro come avrebbe potuto funzionare dal punto di vista commerciale. Solo sei anni fa, nel ’98, era un fatto comune in molti paesi doversi abbonare con il proprio operatore (non era sufficiente acquistare il telefono portatile) e configurare manualmente il servizio SMS, richiedendo all’operatore il numero del Centro messaggi. In quel tempo nessuno operatore aveva investito risorse nella pubblicità e nel marketing di questo servizio. Una semplice curiosità fra le mille opzioni (forse solo cento all’epoca) del proprio apparecchio. Proprio come un pinball da mini-schermo o una bizzarra suoneria. Ma come succede spesso, ecco arrivare il vorace pubblico di giovanissimi. Telefonini a bassi costi, tanti utenti “teen” alla ricerca di nuovi giochi mediali. E verso la fine degli anni ’90, ecco le compagnie intuire le potenzialità dell’ms. Ed ecco i lanci di offerte prepagate. Come l’italiana “Xmas Card” – il Natale c’è sempre di mezzo. Da status symbol il cellulare è diventato comunicazione di massa. Imprescindibile. E SMS era uguale a risparmiare sulla chiamata telefonica. E i più dotati in capacità di scrittura, e i più timidi, e gli utenti zen adottavano il messaggino come potente strumento di comunicazione. E da qui si evolvette addirittura un nuovo linguaggio, attualmente allo studio di linguisti e semiologi. La parola comunque diventò cmq, per diventò x, pericolo diventò xicolo. E così via. E boom fu.
Gli operatori si resero conto della miniera d’oro che offriva pepite senza neppure dover scavare. E da quel momento il numero di SMS spediti si moltiplicò in maniera molto più che esponenziale. Per problemi tecnologici alcune società non potevano fatturare i messaggi brevi che inviavano i loro clienti prepagati, che erano anche quelli che più facevano uso del servizio. Molti utenti si collegavano a servizi di invio SMS di altri paesi, e in particolare su internet, per poterli inviare gratuitamente. Anzi, per poterli inviare gratis. Poi le compagnie si sono svegliate, hanno risolto i problemi e hanno cominciato a fare cassa. E ora, anche per loro, gli SMS sono imprescindibili. A livello di bilancio, s’intende. E anche per i costruttori di hardware l’SMS ha decretato una vera rivoluzione nel settore. Nokia uscì da dominatore del mercato quando i suoi telefoni erano i primi ad aver integrato una tecnologia che facilitava l’invio del messaggio. Più tardi arrivò anche la tecnica per la scrittura facilitata, oggi presente in quasi tutti i terminali commercializzati. In termini di consumo di rete, gli SMS sono la cosa più proficua che esista. Le tariffe di gprs e wap prevedono costi fino a 5 euro al megabyte. Questo stesso mega, se fatturato in messaggi, potrebbe essere venduto agli utenti al prezzo di 1.000 euro. Come si diceva, nell’anno 2002, sono stati mandati quasi 200mila milioni di SMS nella sola Europa occidentale. Ad oggi, vengono utilizzati dall’85 per cento degli utenti mobili e la percentuale è in costante aumento. Entro il 2006 si parla di una previsione di 365mila milioni di messaggi.
Questo successo è lo specchio in cui hanno sperato di potersi ammirare tutte le tecnologie di trasmissione dei dati che l’industria delle comunicazioni di massa intendeva lanciare. Ma per ora le novità, come l’MMS, non sono riuscite a bissare questa vittoria. Potrebbe anche essere solo questione di tempo. Non è da molto che alcuni ragazzi in discoteca mandano una foto ad altri amici per mostrare le conquiste notturne. Cioè le immagini di un noto spot televisivo della Omnitel. E gli SMS avranno ancora lunga vita. Forse anche perché la semplicità e allo stesso tempo la potenza mediatica di un paio di parole “giuste” difficilmente sarà superata da un filmato o da una foto ben riuscita.
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