Introduzione
C’era una volta il telefonino. E poi venne l’SMS, l’EMS e l’MMS. Il telefonino, definito da qualcuno come risposta a sempre più pressanti richieste di miglioramento della telefonia tradizionale, o di altre tecnologie comunicative, sta trasformando via via le nuove possibilità comunicative offerte dal mezzo in necessità comunicative di tutta la collettività, rendendo sempre più labile il confine fra ciò che possiamo fare col telefono cellulare e ciò che siamo costretti a fare a causa del diabolico mezzo.
Il telefonino non è più protesi (extraorganica, aggiungerebbe McLuhan), ma diventa componente di un essere nuovo, un ibrido composto per metà dal telefono, per metà dall’ essere umano, ormai perennemente costretto, o in grado, di poter comunicare con il resto del mondo, sempre che non riesca a chiudere il canale comunicativo aperto dal telefono cellulare. Ma il telefono cellulare non fa più notizia in sé, è diventato uno dei tanti oggetti che accompagnano stancamente le nostre vite. Per questo ha bisogno di raccogliere in sé più oggetti possibili per poter rimanere appetibile compagno di viaggio: agenda, calcolatrice e giochi ormai sono un classico ricordo ancestrale. Meglio aggiungere la video-fotocamera digitale che invia MMS. Ironia a parte, è impossibile negare come nella società moderna, caratterizzata sempre più dalla sua velocità di cambiamento, dalla mutevolezza rispetto ai paradigmi sociologici che tentano di analizzarla e dalla sua crescente capacità nel veicolare le informazioni, il telefono cellulare stia diventando, o meglio è diventato un oggetto di straordinaria importanza. Si potrebbe quasi definirlo l’emblema di questa nascente società del ventunesimo secolo, in riferimento al fatto che spesso è stata definita come “società dell’informazione”.
Impossibile allo stesso tempo negare che esista una sottile, ma non troppo, “regola del gioco” che scinde e lega allo stesso tempo uomo e macchina. Come Jean Renoir, maestro del realismo poetico, ci insegna nel film dall’omonimo titolo (La règle du jeu, 1939). Là la rappresentazione, attraverso humor e crudeltà della disgregazione della classe aristocratica francese degli anni Trenta, qua la fotografia (o l’MMS…) di un fenomeno che ha cambiato la società in pochi anni. Senza esclusione di colpi. Gli impatti, i significati e la quantità di studi che quest’oggetto moderno ha provocato sono numerosi, a cominciare da ricerche sociologiche e semiotiche sul suo uso, per finire in quelle di carattere psicosociale inerenti alla ridefinizione della sfera individuale causate dalla comunicazione con il cellulare. In questa sede, dunque, ci occuperemo principalmente di analizzare la nascita, l’uso e gli sviluppi dell’ultima – ma in realtà è già la penultima – frontiera della telecomunicazione mobile, in tre lettere: MMS.
Già, perché gli MMS saranno una tappa fondamentale per lo sviluppo della multimedialità nella comunicazione mobile. È ciò che afferma in una recente ricerca la società specializzata Yankee Group. Gli MMS rappresentano una delle innovazioni più eccitanti della storia della industria europea della comunicazione, in cui verranno coinvolti tutti i vari aspetti del mercato, dalle infrastrutture, ai terminali, alle applicazioni. Ogni attore della catena del valore avrà dei benefici dall’arrivo degli MMS. Gli operatori vedranno aumentare considerevolmente il guadagno medio per ogni cliente, i produttori vedranno risalire le vendite di nuovi terminali compatibili, i fornitori di servizi potranno sviluppare e vendere nuove applicazioni basate sulla messaggistica multimediale. I servizi legati alla messaggistica, infatti, diventeranno sempre più importanti col passare del tempo. Nel 2000 hanno rappresentato il 7% degli introiti totali, mentre nel 2006 rappresenteranno ben il 24% degli introiti, per un giro di affari di oltre 44 miliardi di dollari. Insomma una vera rivoluzione mobile, che porterà una ventata di aria nuova in un mercato asfittico che, nel corso dell’ultimo anno, ha rischiato più volte il collasso. Ma vediamo con calma.
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