DAL PROIETTORE ALLA MOVIOLA
Il problema maggiore che riscontravano i primi montatori , utilizzando i proiettori ad avanzamento motorizzato per effettuare il montaggio, consisteva nella difficoltà di far effettuare piccoli e dolci movimenti alla pellicola in modo da poter visionare fotogramma per fotogramma le scene da montare. I proiettori di allora erano dotati di sistemi elettrici di trascinamento troppo violenti e poco docili per il lavoro di montaggio, così iniziarono a nascere delle macchine, sempre ispirate al proiettore, ma prive dell’inutile sistema di proiezione su ampie superfici (in quanto i fruitori che dovevano assistere alla proiezione erano solo poche persone).
Visto il grande fiorire di invenzioni legate al cinema nei primi decenni del XX secolo, non è possibile stabilire una data e un nome precisi per la nascita di queste prime moviole, in quanto, in ogni nazione c’era qualche “inventore” che si dava da fare autonomamente.
Da alcuni scritti di Mario Bonotti, possiamo pensare che le prime moviole fossero azionate a manovella e che la visione della pellicola fosse realizzata in trasparenza attraverso una lente.1
Un’altra testimonianza ci perviene da un cronista della rivista “Cinema” in un articolo del 1937: “Esse [le moviole], consistevano in un avvolgitore orizzontale che portava la pellicola sopra due tamburi dentati, uno dei quali faceva funzionare un otturatore provvisto di un intaglio piuttosto sottile. Dietro alla finestra una lampada a incandescenza illuminava per trasparenza la pellicola. Nel sistema ottico c’era poi un prisma raddrizzatore, il quale disponeva verticalmente l’immagine che era in realtà disposta orizzontalmente”.2
Oltre alla discendenza dal proiettore, le prime moviole certamente ebbero in eredità alcune caratteristiche dai cosiddetti “tavoli passa-film” , apparecchiature create dalle prime case di produzione per verificare lo stato della pellicola quando essa rientrava alla casa dopo essere stata noleggiata alle sale cinematografiche. Solitamente addette a queste macchine erano alcune impiegate di queste società e che, vista l’esperienza maturata, spesso passarono al lavoro di montaggio vero e proprio. Le attrezzature che utilizzavano, erano dei tavoli molto simili alle attuali moviole, con due piatti per la pellicola ed un semplice sistema di visione, il tutto azionato da una manovella.
Con l’avvento del sonoro il montaggio dovette, ritrovare la propria identità a causa della scomparsa delle didascalie e compiere un altro balzo tecnologico per poter lavorare su immagini e sonoro in modo sincronico.
Note
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