I diritti e i doveri
Il software libero comporta sia diritti che doveri. Riprendendo la definizione già citata1, il software libero garantisce il diritto di copiare, studiare, modificare e ridistribuire i programmi.
1. Diritto di copiare
Quando si acquista del software in realtà non si compra un bene materiale, ma si acquista una licenza d’uso, cioè la possibilità di utilizzare illimitatamente un programma. In generale la licenza dei software proprietari vieta di copiare il programma, se non in un ristretto numero di casi2. Al contrario il software libero permette di fare delle copie garantendo di fatto il diritto a sfruttare una proprietà.
2. Diritto di studiare
Nonostante possa apparire importante solo agli occhi dei programmatori, il diritto allo studio del codice è essenziale. Ciò implica che lo stesso sorgente possa essere studiato negli Stati Uniti, in Giappone, ma anche in Cile o in Egitto, permettendo, di fatto, di avere accesso ad una piattaforma cognitiva comune, di poter apprendere dai successi ottenuti da altri.
Questo non può accadere con il software proprietario, che si basa sull’inacessibilità del codice e su brevetti che impediscono di riprodurre non solo le funzioni, ma anche le idee che le hanno partorite.
3. Diritto di modificare
Il software libero permette di apportare migliorie ad un programma o di correggere gli eventuali errori. Ciò significa che ognuno è libero di ‘aggiustare’ il programma a proprio piacimento.
Da R.J. Chassel:
Le modifiche sono utili. Gli sviluppatori non possono pensare a tutte le maniere in cui le loro applicazioni verranno usate. Non possono immaginare quali nuovi pesi saranno imposti al loro codice. Non possono prevedere tutte le condizioni locali, se qualcuno in Kenya userà un programma originariamente scritto in Finlandia.3
4. Diritto di ridistribuire
Il software libero può essere copiato e ridistribuito. Queste copie possono essere diffuse a pagamento o gratis, ma sempre accludendo il codice sorgente.
Il software libero impone anche dei doveri.
5. Dovere di rendere pubblico il codice sorgente e i sorgenti derivati
Ogni volta che vengono scritti nuovi programmi o porzioni di codice che correggono gli errori, questi devono essere diffusi sotto la medesima licenza del software precedente. In questo modo gli utenti del nuovo codice godono degli stessi diritti che già possedevano con il primo programma.
6. Dovere di rispettare le limitazioni imposte dalla licenza
Quasi tutto il software è coperto da una licenza. La GPL, ad esempio, impone la ridistribuzione sia delle correzioni delle falle che delle estensioni. Ne esistono però anche altre, ad esempio la BSD, della Berkley Software Design. Questa licenza permette di conoscere il codice sorgente, apportare dei miglioramenti o correggere gli errori del software, però impedisce ad altri di utilizzare le correzioni o i miglioramenti.
Anche la Netscape Public License in principio si comportava analogamente. Il codice sorgente era aperto, però qualsiasi modifica diventava di proprietà di AOL, American On Line, la compagnia che era entrata in possesso di Netscape, la quale si riservava il diritto legale di far sue tutte le migliorie e le correzioni.
- Vedi Che cos’è il software libero? [↩]
- Ad esempio la copia di back up in genere è permessa [↩]
- R. J. Chassel “Un’economia del software libero: vantaggi e pericoli”, 2001, http://www.softwarelibero.it/altri/economia-sl.shtml [↩]
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