CONCLUSIONI
Dopo aver analizzato le diverse funzioni, il modo di operare e di procedere in un determinato software di montaggio, il Media 100, vorrei concludere facendo una breve riflessione su quello che ha comportato e che comporterà la recente introduzione delle tecnologie digitali nel campo del montaggio video-cinematografico.
Il cinema e la televisione stanno attraversando una fase di profonda trasformazione, infatti, l’avvento del digitale ne sta ridefinendo la sua natura: non solo a livello produttivo e distributivo, ma anche e soprattutto estetico. Le nuove tecnologie, infatti, usano gli effetti speciali per finalità poetiche e non solamente strumentali.
Richard Gruising e Jay David Bolter1 coniano, a tale proposito, una parola, o meglio un concetto: la remediation o “rimediazione”; uno strumento teorico prezioso per esplorare il rapporto tra nuovi e “vecchi” media e per “leggere” in modo approfondito alcuni testi (film, video-clip, video-games etc.)2.
Secondo il modello della remediation, i nuovi media operano un recupero mediato, consapevole, strutturato dei media tradizionali attraverso processi di incorporazione, citazione, recupero e trasformazione.
Gruising e Bolter sostengono che il processo di remediation è trasversale e bilaterale. Trasversale perché coinvolge tanto media analogici (film e televisione), quanto forme digitali di media tradizionali (fotografia digitale e grafica computerizzata), nonché media essenzialmente digitali (video giochi, prodotti multimediali e il world wide web)3.
Bilaterale perché coinvolge, tanto i nuovi media quanto quelli vecchi. In altre parole, così come i nuovi media operano una rimediazione dei vecchi, così quelli tradizionali tentano di ” rimediare” quelli nuovi. Per esempio, i film fanno ricorso alla computer grafica per incrementare il loro impatto e la loro immediatezza4.
Ritengo che questo concetto, la remediation, sia di fondamentale importanza e che sia anche, in parte una risposta all’interrogativo che ci si sta ponenendo frequentemente negli ultimi anni, quelli dell’avvento del digitale. Interrogativo che chiede quanto la completa digitalizzazione dell’arte e dell’industria video-cinematografica sia un bene o un male per l’arte stessa.
Io penso che le caratteristiche offerte dalle nuove tecnologie di montaggio che favoriscono una più immediata fruizione del materiale, la possibilità di fare più prove di montaggio senza grossi sprechi di tempo e di qualità dell’immagine e soprattutto il fatto che sia offerta l’opportunità di usufruire di diversi media, i “vecchi”, e i “nuovi, (come ho spiegato nel concetto di rimediazione), non potranno che valorizzare la qualità dei prodotti video-cinematografici senza andare ad intaccare la creatività e l’esclusività dei “film” stessi.
NOTE
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