IL MONTAGGIO DALL’EPOCA PRE-MECCANICA AL DIGITALE
Nel primo quarto del XX secolo la sala di montaggio era un ambiente silenzioso, equipaggiato solo con un passafilm, un paio di forbici e una lente d’ingrandimento. Le montatrici prima di tutto vedevano il film in proiezione, poi riesaminavano i fotogrammi con una lente d’ingrandimento ed infine tagliavano con le forbici dove pensavano fosse corretto. Pazientemente appiccicavano con pezzi di carta le inquadrature che venivano poi cementate da un tecnico.
Verso l’inizio degli anni ’20 apparve nelle sale di montaggio la moviola che fu respinta da molti montatori dell’epoca pre-meccanica perché troppo costosa, rumorosa e perfino pericolosa (la pellicola era fatta di nitrato di cellulosa, una sostanza estremamente infiammabile).
Dopo un tentativo iniziale di penetrare l’industria, la moviola venne offerta al pubblico come uno strumento per vedere i film amatoriali; sarebbe potuta appassire così se non ci fosse stata la scoperta del sonoro nel 1927. Si aprì così un varco all’Era Meccanica del montaggio1.
Già dagli anni Cinquanta William Burroughs2 (2), scrittore della beat generation e inventore del cut up, aveva compreso che lo sviluppo delle tecnologie di registrazione e riproduzione avrebbe favorito nell’utente esplorazioni soggettive, strategie di non lineare riscrittura di testi e significati messi in circolazione.
Prima della diffusione delle tecnologie digitali, Burroughs lanciava suggerimenti creativi per fare la rivoluzione elettronica, disinnescando con le sue stesse armi il potere di controllo del sistema delle comunicazioni di massa3.
Come aveva previsto Burroughs già negli anni Cinquanta, lo sviluppo delle tecnologie ha compiuto grandi passi avanti fino ad arrivare alle sofisticatissime “macchine” per il montaggio che abbiamo oggi a disposizione.
All’inizio degli anni Novanta ha iniziato a prendere piede sia in campo cinematografico che in quello televisivo il montaggio con il computer; si è arrivati così all’Era Digitale. Ciò non significa che il film, in quanto striscia di 35mm di celluloide perforata, sia scomparso. Esso continuerà ad essere (ancora per alcuni anni) il mezzo con cui l’immagine viene inizialmente catturata e poi distribuita.
E’ importante, però, fare un distinguo per quello che riguarda il settore televisivo.
Dalla fine degli anni Sessanta con l’avvento dell’elettronica, le immagini per la televisione vengono “registrate” e successivamente editate su un supporto magnetico ed è questa è la caratteristica che da quel momento in poi le differenzia nettamente dalle immagini per il cinema che come abbiamo già detto sono su pellicola.
Solo recentemente le postazioni televisive si sono organizzate ed equipaggiate per poter effettuare il montaggio digitale; prima il materiale su supporto magnetico, disponibile su diversi formati (un pollice, tre/quarti Umatic e Betacam), veniva montato con centraline elettroniche e si trattava in questo caso di montaggio analogico.
Anche oggi, comunque, pur utilizzando il computer per l’assemblaggio delle inquadrature, il materiale per la messa in onda televisiva è su supporto magnetico.
Vedremo nel capitolo seguente le differenze sostanziali fra montaggio analogico e montaggio digitale.
NOTE
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