La nascita del giornalismo online
La nascita del giornalismo online è strettamente connessa all’“invenzione” nel 1989 del World Wide Web. La possibilità di diffondere attraverso la rete oltre che testi anche immagini fece sorgere, agli inizi degli anni novanta, le più svariate proposte comunicative, le più fantasiose prospettive, così come spesso accade ad un mezzo di comunicazione nascente che si offre alle masse per cercare forme proprie e legittimazione. La storia dei mezzi di comunicazione di massa ne è testimonianza, all’atto della nascita ogni medium viene letteralmente bombardato dalle più geniali ipotesi di formulazione e concretizzazione, se ne teorizza le capacità, l’espressività in potenza, finalità, specificità ed esiti; questo porta con sé anche le critiche, spesso catastrofiche, dovute alla difficoltà di appropriarsi di uno strumento nuovo, potentissimo e coercitivo agli occhi di molti essendo mezzo di comunicazione, e soprattutto a discapito di altri mezzi consolidati ed in uso da tempo.
Con la nascita di Internet e con le possibilità che offriva, si ipotizzò di conseguenza la possibilità di fare informazione utilizzando la rete come supporto, piuttosto che la carta o il tv color.
Bisogna però precisare che tale connubio tra informazione e rete non fu né così immediato né così naturale, e le motivazioni sono molteplici, non ultime quelle accennate a premessa del mondo dell’informazione.
Un mezzo come Internet, che nasce prospettando per se stesso la forma di grande contenitore mondiale di ogni sorta di gesto comunicativo, non si poneva come garanzia per un mezzo come il giornale che dall’era di Gutemberg si era sviluppato con caratteristiche e forme proprie, differenziato rispetto alla tv o alla radio.
Essendo uno strumento che necessita di forti sostegni economici mossi non solo dai gruppi editoriali ma anche dalla pubblicità, non erano soddisfacenti le garanzie offerte dalal neonato Internet per lanciarsi tutti assieme alla rincorsa di una fetta di un qualcosa non ancora costituitosi come mercato.
C’è poi da considerare lo snobismo che a volte caratterizza chi sente proprie alcune specifiche capacità comunicative e che crea una certa diffidenza nei confronti dei nuovi media emergenti. Fu così per la radio e la televisione ed inevitabilmente è stato così anche per Internet; oltretutto un mezzo che si offre alla mano, alla volontà, allo stimolo creativo di tutti, etico o perverso che sia, con le gradazioni di grigio che si trovano tra gli estremi, ha allarmato chi rivendica la propia professionalità e non intende confondersi con forme improprie nuove e obsolete di informazione.
Nel 1995 Micheal Crichton profetizzò sulle pagine della rivista Wired l’estinzione di giornali e tv a favore dei media interattivi; George Gilder, economista e massmediologo, decretò la morte della tv e la sua sostituzione con il computer; il presidente del colosso multimediale americano Intel sostenne che la carta stampata aveva tre anni di vita1. Profezie evidentemente distanti rispetto al percorso intrapreso poi da Internet e dal giornalismo online.
- Dal sito www.infocity.it [↩]
Comments are closed