Telepresenza, Telerobotica e Telecontrollo
Contrariamente a quanto si è soliti credere (sempre per opera della “fantascienza”) la telepresenza non permette di materializzare un individuo da un luogo ad un altro, né di dotare di ubiquità telematica un corpo fisico, come consentito oggi alla rappresentazione audiovisuale, ma di effettuare in remoto operazioni fisiche reali che non sarebbe possibile eseguire in locale a causa di fattori ambientali o materiali pericolosi (pensiamo allo spazio, ai fondali marini, a materiali radioattivi, ecc.) o per ragioni di carattere tecnico ed economico1.
La Telepresenza non consente solo di compiere azioni a distanza ma permette all’operatore di percepire la sensazione fisica di quel luogo. Questo fa capire quanto la telepresenza differisca dalla RV in quanto non si limita a riprodurre un mondo creato completamente da un computer ma mette in relazione, attraverso un interfaccia virtuale, il fruitore con un ambiente realmente esistente. Se il sistema terminale che si sostituisce all’uomo è un robot, allora si entra nella definizione specifica di Telerobotica2.
Il mondo virtuale della telepresenza e della telerobotica è fondato su quello reale ed è quindi legato alle stesse leggi che regolano le forze e la materia. In questo caso si parla “simulazione referenziale”3.
La telerobotica prevede l’impiego di sistemi tecnologici avanzati per fornire azioni e retroazioni nel modo più fedele possibile. A tal proposito sono presenti sofisticati sensori sia nell’ambiente di operazione, sia sull’effettore (il dispositivo robotico che compie materialmente le operazioni), sia sull’equipaggiamento dell’operatore umano. Ciò è fondamentale per adeguare continuamente le azioni alle situazioni fornendo un’interazione idealmente immediata tra operatore-rappresentazione e effettore-mondo reale. Si parla di immediatezza ideale perché bisogna tener conto dei ritardi dovuti alle trasduzioni, alle elaborazioni, ai ritardi elettronici e alle inerzie meccaniche. Tenuti presenti gli attuali limiti dei sistemi e i tempi che questi impongono (30 fotogrammi/sec per la dimensione visiva e tempi di scansione intorno al migliaio al secondo per poter definire “di precisione” l’impiego di sistemi tattili e di manipolazione) una telepresenza efficace è possibile solo a distanze inferiori a 150 Km4.
Un affascinante progetto di Franz Fischnaller unisce l’utilizzo dei Robots agli Avatars con un’installazione interattiva che integra realtà virtuale, robotica e telepresenza con un elevato contenuto estetico ed un’interazione suggestiva ed enigmatica. L’ambiente reale è rappresentato da una struttura fisica sotto forma di Arena. Gli Ambienti Virtuali sono articolati in 10 mondi diversi o città contenuti nella “Città Madre” Ying & Yang5.
I personaggi in questa installazione esistono sia nello spazio reale (robots) che nello spazio virtuale Ying e Yang (avatars). Ciascuno può controllare l’altro e inoltre entrambi sono controllati dall’utente in un spazio locale ed anche attraverso la rete (in uno spazio non locale). In pratica il pubblico può interagire con ogni singolo robot nel suo ambiente movendo un joystick; questa interazione genera una reazione in tempo reale nel comportamento sia del robot che degli avatars nel mondo virtuale, visibile sullo schermo di proiezione posto all’estremità superiore della scenografia dell’arena, “il mondo reale”6.
Note
- P. L. Capucci, Realtà del Virtuale. Rappresentazioni tecnologiche, comunicazione, arte, Bologna, CLUEB, 1993. [↩]
- Ibidem. [↩]
- Ibidem. [↩]
- Ibidem. [↩]
- Robots+Avatars – Sognando con Illusioni Virtuali, un Progetto di Franz Fischnaller, F.A.B.R.I.CATORS – Milano – Italia in collaborazione con K-Team – Losanna – Svizzera (da Noema, http://www.noemalab.org/sections/gallery/fischnaller/7.htm) [↩]
- Ibidem. [↩]
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