Brevi cenni biografici
Alan Mathison Turing nacque il 23 Giugno del 1912 a Paddington (Londra) in una famiglia collocabile nella media borghesia britannica. Quella del Nostro scienziato sarà una vita singolare che lo vedrà spesso elogiato ma anche osteggiato. Fin dall’infanzia si appassiona prepotentemente al mondo delle scienze cimentandosi sin da subito in primitivi esperimenti e in osservazioni di campo1 , conseguenza di questa fascinazione fu una mediocre carriera scolastica e il pressoché totale disinteresse per tutte le altre discipline.
Nel 1926 riesce ad essere ammesso alla scuola privata Sherbon, la quale rappresenterà un avvenimento importante nella sua formazione; fu infatti il luogo dell’incontro con un altro dotato studente della Sherbone School, Christopher Morcom. Questa conoscenza costituì per Turing una vitale esperienza umana ed intellettuale che si concluse con la prematura morte del compagno. Da quel momento il pensiero fisso del giovane Turing si riversò attorno al problema della mente umana (di Christopher in particolare) e del modo in cui questa poteva incorporarsi nella materia e venirne separata al momento della morte.
Nel 1930 entra al King’s College, prestigiosa università che gli permette di seguire lezioni di affermati matematici che saranno di estrema utilità per il proseguo del suo cammino. Successivamente sarà preso completamente dalla risoluzione di un problema posto agli inizi del secolo dal matematico Hilbert, ancora irrisolto: entscheidungsproblem o “problema della decisione”. Sarà nel 1935 che Turing arriverà a dimostra che la risposta è negativa, e l’anno successivo sarà ricordato in quanto vedrà la luce un suo articolo molto importante che lo porterà all’attenzione di tutta la comunità scientifica, l’articolo in questione è lo storico “On computable Number, with an application to the Entscheidungsproblem”, frutto degli studi sul “problema della decisione”.
Le doti matematiche di Turing saranno in seguito messe a disposizione dell’esercito britannico durante la Seconda Guerra Mondiale, e si riveleranno fondamentali in campo crittografico per la decifrazione di codici. Turing giocò realmente un ruolo da protagonista riuscendo a decriptare (tramite una macchina chiamata “Bombe”) le comunicazioni cifrate tedesche provenienti da un’altra macchina chiamata “Enigma”, la cui decodifica sembrava impossibile fino a quel momento.
Conclusasi l’esperienza bellica, Turing entrerà a far parte del National Physical Laboratoy (NPL), un ente per sviluppare la ricerca scientifica, vedendo in esso una possibilità di realizzare concretamente la sua macchina universale2 . Diversamente da quanto preventivato, l’esperienza si concluse con molti disguidi e il conseguente allontanamento dall’ente. Il sogno di creare una macchina intelligente che da anni tiene banco nella mente dello scienziato però, è sempre vivo e lo porta in seguito alla realizzazione di un articolo intitolato “Computing machinery and intelligence” nel quale viene introdotto un test per verificare se una macchina possa dirsi intelligente o meno, tramite “il gioco dell’imitazione”. Gli anni che seguirono lo videro sempre impegnato nella comprensione dei legami tra mente e corpo, e a questo scopo iniziò a cimentarsi nello studio della morfologia. Parallelamente però la sua vita privata non fu mai priva di tormenti e delusioni, che a detta di molti sarebbe la causa della sua morte3 per suicidio avvenuta il 7 giugno nella sua casa di Wilmslow.
- Da questi primi esperimenti è rintracciabile l’interesse che in seguito alimenterà per gli aspetti applicativi della scienza. [↩]
- In particolare si lavorò alla realizzazione di una macchina chiamata ACE. [↩]
- Sono ancora poco chiare le cause della sua morte, alcune teorie sottolineerebbero il valore di conoscenze militari (segrete) in possesso dello scienziato, il quale, è bene ricordarlo, era visto dai più come persona deviata e imprevedibile. [↩]
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