Considerazioni iniziali
“L’anno chiave per la storia dei media e dei computer è sicuramente il 1936. in quell’anno il matematico inglese Alan Turing scrisse un saggio fondamentale intitolato “On Computable Numbers” nel quale forniva la descrizione teoretica di un computer ad uso generale che avrebbe poi preso il nome dal suo inventore: la macchina di Turing”1
Prendendo spunto dall’affermazione riportata da Manovich, si è voluto approfondire il discorso sul contributo offerto da Alan Turing al mondo della scienza, contributo che come si vedrà sarà molto prezioso e anticipatore di filoni di ricerca tuttora in corso.
Fu un tipo allo stesso tempo geniale e bizzarro, ad esempio si ricorda come andasse in bici con la maschera antigas, o giocasse a tennis nudo sotto un impermeabile, inoltre il suo curriculum scolastico non era brillantissimo e fu anzi bocciato proprio in matematica, con la motivazione che si interessava a problemi di matematica superiore a scapito di quella elementare. Oggi Alan Turing è ricordato come un autentico genio, oltre che il profeta dell’intelligenza artificiale, da lui teorizzata negli anni ’30 quando non era ancora stato creato il primo computer. Con il presente lavoro si cercherà sinteticamente di tracciare un percorso sull’attività di Turing soffermandosi su alcuni degli aspetti più significativi della sua ricerca e sul contributo che essi rivestirono all’interno della comunità scientifica.
- L. Manovich, Il linguaggio dei nuovi media, Milano, Edizioni Olivares, 2005, p. 42-43. [↩]
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