[Ricerca seminariale realizzata per il Corso di Teoria e tecniche delle comunicazioni di massa
(prof. Pier Luigi Capucci), DAMS, Università di Bologna, A.A. 2000/2001
Programma del corso (pdf, 12 Kb)]
Le traduzioni, intese come rappresentazioni visive di fatti narrati, cambiano a seconda di moltissimi fattori. Ho voluto prendere in considerazione il fattore tecnologico, tenendo conto che sono anche i mezzi che abbiamo a disposizione che ci spingono verso una determinata direzione. Parlando per esempio della telecamera si è capito da tempo che fa parte integrante del linguaggio cinematografico, pur essendo solo un mezzo. A seconda del modo con cui si usa una telecamera,così può variare l’interpretazione del film dello spettatore.
Infatti si può riprendere in modo tale che la telecamera non venga percepita, oppure in modo tale che sia fortemente presente.
La variazione di significato che dipende dall’uso che si fa del mezzo in quest’esempio è macroscopica ma sono convinto che anche i più piccoli aumenti di possibilità, come la capacità di riprendere in movimento o lo zoom, abbiano il potere di variare il linguaggio e quel che vuole significare.
Ho voluto prendere in esame quattro film, tutti tratti dallo stesso soggetto letterario, Dracula di Bram Stoker, per vedere come sono stati tradotti alcuni brani in linguaggio cinematografico, mettendo in evidenza i mezzi e come questi abbiano cambiato il “modo di far vedere”.
Non è facile, tenendo conto delle numerosissime varianti in gioco, capire che cosa ha veramente agito per far si che questi brani fossero rappresentati in un modo piuttosto che in un altro.
Uno dei mezzi del linguaggio cinematografico che può facilmente essere collegato alla tecnologia sono gli “effetti speciali”.
Nel film Nosferatu, girato da Murnau nel 1921, muto e in bianco e nero, si nota che durante il viaggio di Jonathan Harker verso la Transilvania, nel paesaggio la foresta assume un aspetto fantastico e spettrale conferitogli lasciando la pellicola al negativo. Questo mi sembra è uno dei primi effetti speciali.
In uno degli ultimi film di dracula, quello di F. F. Coppola del 1994, l’effetto speciale usato per rendere l’angoscia e il potere del male che sembra promanare dal paesaggio della Transilvania, è un fotomontaggio degli occhi e del profilo del Conte sullo sfondo di un rosso tramonto. Anche questo è un effetto speciale che usa una tecnica simile a quella antica.
Nel film Nosferatu, di Werner Herzog, girato negli anni settanta a colori, invece, c’è una lunga ripresa, circa mezzo minuto, del cielo che piano si scurisce e si rannuvola, quasi ad indicare (descrivere) che all’avvicinarsi della notte anche il soprannaturale si impadronisce del mondo naturale.
Gli effetti speciali che si notano ad una prima visione del film di Murnau, allo sguardo ormai smaliziato dello spettatore dei nostri giorni, sono pochi e semplici (semplici dal punto di vista tecnologico) ma all’epoca, un trucco come quello che si vede in una scena durante il viaggio i nave del Conte verso l’Inghilterra , dove lo si vede alzarsi dalla sua cassa diritto senza piegarsi, dovevano avere molto effetto.
Nulla delle prodigiose trasformazioni del Principe delle Tenebre descritte nel libro ci è dato di vedere nel film sia di Murnau che di Browning e di Herzog. Possiamo solo immaginarle quando la telecamera inquadra pipistrelli e topi.
Nel film di Coppola, invece, notevoli sono gli effetti speciali che ci fanno vedere Dracula ringiovanire e invecchiare, trasformarsi in diavolo o in uomo lupo con poco spazio alla nostra immaginazione.
Il viaggio da Borgo Passo fino al castello del Conte, nel film di Murnau non ha niente di soprannaturale. L’effetto usato per dare una sensazione d’inquietudine è dato con l’apparire di belve (lupi), e animali spaventati, dei cavalli che scappano. Non bisogna dimenticare che questo film è muto quindi molte delle sensazioni che si vogliono trasmettere sono date principalmente dalla colonna sonora. Jonathan, in questo film arriva al castello addirittura a piedi, facendosi beffa di quelle che lui crede superstizioni del luogo.
Nel film di Tod Browning invece, c’è un effetto speciale: ad un certo punto Renfield , in questo caso è lui che va dal Conte, si sporge dalla carrozza per parlare col cocchiere ma non vede nessuno, solo un grande pipistrello che vola sui cavalli come guidandoli. Infatti noi vediamo un pipistrello, manovrato da dei fili.
Nel film di Herzog, Jonathan, prima di essere preso dalla carrozza, percorre un pezzo di strada a piedi ed un senso d’angoscia, più che di soprannaturale, viene dato dalle riprese del paesaggio: rocce scure, torrenti che attraversano profonde gole e da picchi innevati all’imbrunire.
Nel Nosferatu del 1921, come ho già detto, vengono usati sovrimpressioni e pellicola in negativo.
Nel Dracula di Browning, del 1931,non viene usato nessun effetto speciale, se non quello del pipistrello. Nel Nosferatu the vampire di Herzog, del 1978, non ci sono effetti speciali.
In questo caso viene usato uno stile particolare di ripresa: la telecamera sembra essere un compagno di viaggio che segue e vede quello che vede Harker.
Dracula di Coppola Nel, del 1994, gli effetti speciali sono moltissimi ed in particolare, mentre Jonathan Harker viaggia sulla carrozza del Conte verso il castello, vediamo dellefiamme azzurre come quelle descritte nel libro.
Anche l’uso della luce è particolare in questi quattro film : in quello di Murnau (ricordiamo che è in bianco e nero), c’è un forte contrasto tra luce e tenebre, determinando quasi un conflitto metafisico, assegnando un valore anche all’oscurità
La fuga di Jonathan dal castello di Dracula, per esempio, è segnata da un fascio di luce come a guidarlo fuori, fuori dalle tenebre da cui era circondato.
Nel film di Browning la luce viene usata inveceper focalizzare i particolari, come quando viene usata per sottolineare il magnetismo dello sguardo del Conte.
Nel Nosferatu di Herzog, è molto forte,oltre che l’uso della luce, anche quello dei colori che spesso sono cromati in blu.
Nel film di Coppola sono praticamente presenti tutti gli effetti speciali usati in quelli precedenti. Quasi a dimostrare l’estrema facilità con cui questi possono essere usati oggi.
Coppola, tra l’altro, usa anche le stesse tecniche degli inizi del cinema, come la sovraipressione fra due pellicole o l’uso delle ombre. Come una sorta di omaggio al cinema ai suoi inizi.
Certamente non è solo la tecnologia che determina il modo di rappresentare; infatti nel libro di Bram Stoker c’è una precisa descrizione di Dracula ma nessuno dei registi che ho preso in esame l’ha seguita fedelmente e non certo a causa delle possibilità tecniche.
Potrebbe essere interessante vedere le differenze con cui questi quattro registi hanno interpretato alcuni brani del libro. Tenendo presente a lato il testo scritto, notare e magari sorridere pensando ai vari motivi, tecnici e sociali e molti altri, che possono spiegare le varie differenze di interpretazioni.
Differenze
DRACULA
Il volto aquilino -decisamente aquilino-; il naso sottile con una gobba pronunciata e narici stranamente arcuate; la fronte nobile e spaziosa, i capelli radi sulle tempie, ma abbondanti sulla testa. Le folte sopracciglia, quasi si congiungevano sul naso, e i ciuffi parevano arricciarsi tanto erano abbondanti. La bocca, per quel che si scorgeva sotto i folti baffi, era rigida e con un profilo quasi crudele. I denti, bianchi e stranamente aguzzi, sporgevano dalle labbra, il cui colore acceso rivelava una vitalità stupefacente per un uomo dei suoi anni.
Le orecchie erano pallide, appuntite; il mento ampio e forte, le guance sode anche se scavate.
Tutto il suo volto era soffuso d’un incredibile pallore.
LE MOGLI
…Illuminate dalla luna, davanti a me, c’erano tre giovani donne, dame a giudicare dai tratti e dagli abiti.Si sono avvicinate alquanto, poi hanno bisbigliato tra loro.
Due erano brune, col naso aquilino, e grandi occhi scuri e penetranti, che parevano quasi rossi alla pallida luce della luna.L’altra era d’un biondo tenue quanto mai, con grandi masse ondulate di capelli d’oro e chiari occhi di zaffiro.Tutte e tre avevano denti candidi e luminosi, che risplendevano come perle contro il rosso rubino delle turgide labbra…
IL COCCHIERE
…un tiro a quattro ci si è avvicinato,ci ha superati,e si è fermato accanto alla nostra carrozza.Al bagliore delle lanterne sono riuscito a vedere,quando la luce li illuminava,che i cavalli erano splendidi animali,neri come il carbone.
A cassetta c’era un uomo alto,con una lunga barba scura e un gran cappello nero, che sembrava voler nascondere il volto.Mentre si girava verso di noi, ho intravisto soltanto il lampeggiare di due occhi luminosi, che alla luce mi sono parsi rossi…
…parlava sorridendo, e la luce della lanterna ha illuminato una bocca dura, labbra rosso sangue, denti aguzzi,bianchi come avorio.
Descrizioni della protagonista femminile, Mina, nel libro non ci sono. Ognuno di noi penso però, si sia fatto una sua idea di come doveva essere.
IL MORSO
Con un sorriso beffardo, mi ha appoggiato una mano sulla spalla, e tenendomi stretta, mi ha scoperto con l’altra la gola. Ha appoggiato le sue fetide labbra sulla mia gola! Quanto sia durata questa cosa orribile non saprei dire, ma mi sembrava fosse passato molto tempo prima che staccasse da me quella sua bocca orrida, spaventosa ghignante. L’ho vista stillante di sangue fresco! (descrizione di Mina fatta ai cacciatori del vampiro)
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