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NOEMA Home SPECIALS La “riscoperta” dell'olfatto: marketing e tecnologia |
Tecnologie e Società
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Digiscents
Pur vivendo immersi negli odori, o meglio nei profumi, la loro descrizione resta difficile; descrivere a un'amica l'odore di una pesca matura o il nuovo profumo di Dior, richiederebbe un giro interminabile di parole e di aggettivi, e probabilmente alla fine lo scopo non sarebbe neanche raggiunto. «Anche se usassimo una serie di aggettivi non riusciremmo mai a far "sentire" esattamente ad un altro la stessa sensazione che è giunta al nostro apparato olfattivo» [16]. L'unico modo per superare questa difficoltà sarebbe quella di riproporre all'altro lo stesso odore o profumo: cosa assolutamente fattibile se i due soggetti sono vicini e se l'oggetto "odoroso" è facilmente rintracciabile; molto più complicato sarebbe se un pugliese vorrebbe far sentire a un cinese l'odore caratteristico di un cesto di mandorle appena colte. "Sentirai che odore" era l'annuncio pubblicitario con il quale la Digiscents, con sede ad Oakland, in California, lanciò Ismell Personal Scent Synthesizer, "invenzione" che prometteva di rendere possibile la libera circolazione di odori nella rete. Brian Nelson, relatore pubblico associato con Digiscents, in una intervista al Times of India disse che i cofondatori della compagnia, Joel Bellenson e Dexter Smith, nel novembre del 1998, durante una vacanza in Florida, mentre stavano gustando i sapori dei drink tropicali, la fragranza delle lozioni solari e il soffice aroma delloceano, immaginarono di poter trasmettere questi odori su Internet per essere gustati da altre persone".
Partendo dall'idea che un certo numero di odori potesse essere creata partendo da una tavolozza di 128 differenti odori fondamentali da combinare in opportune proporzioni - nello stesso modo in cui i punti rossi, verdi e blu sono mescolati per creare milioni di colori sullo schermo del computer -, la Digiscents aveva ideato tutta una serie di prodotti. Digitando www.snortal.com, l'utente avrebbe avuto accesso al primo portale web su Internet in grado di trasmettere stimoli odorosi. Il sito era stato pensato per inviare biglietti augurali ed e-mail profumati, ma anche per progettare e registrare delle "tracce odorose" (come delle colonne sonore per il naso), da accompagnare alla visione di un film o all'ascolto di un brano musicale. Ma anche senza l'accesso ad Internet, si potevano miscelare e rilasciare a casa i circa 128 odori fondamentali registrati nel sintetizzatore di odori: una periferica per il PC della grandezza di una cassa acustica avrebbe indirizzato verso l'utente le fragranze desiderate, ottenute con cartucce sostituibili (Cartucce odori ScentPalette), simili a quelle delle comuni stampanti a getto d'inchiostro. Con il software per creazione di odori ScentMixer, il consumatore medio avrebbe potuto creare i propri odori personalizzati. Il Database di odori ScentObjects ReminiScents era invece un prodotto destinato ad altre società: la licenza per poter incorporare odori in supporti digitali poteva essere concessa a quegli sviluppatori che avrebbero potuto inserirli in giochi, siti Web, messaggi pubblicitari, film e musica. La tecnologia degli odori si prestava ad un vasto numero di applicazioni, fra cui l'intrattenimento, la comunicazione, l'e-commerce, la pubblicità e lo studio. Gli odori avrebbero reso più coinvolgenti musica, film e giochi; avrebbero offerto sia agli sviluppatori che ai consumatori un nuovo strumento per la creatività e l'espressione; avrebbero ravvivato l'e-commerce, consentendo ai clienti di "sentire" prima dell'acquisto l'odore del prodotto desiderato, dai fiori ai cibi, dai sigari ai profumi, dai cosmetici alle bevande; avrebbero anche costituito un ausilio didattico efficace per materie come geografia, scienze, storia, aiutando gli studenti a "viaggiare" attraverso i profumi dei diversi paesi del mondo e delle diverse epoche della storia. Tra le possibili applicazioni del sistema si era pensato anche ai siti new age di aromaterapia che avrebbero curato i clienti a migliaia di chilometri di distanza; o al lavoro degli psichiatri che, grazie ai diffusori, avrebbero analizzato i pazienti puntando sullassociazione tra odori familiari e memorie antiche. Joel Lloyd Bellenson, co-fondatore ed amministratore delegato di Digiscents, dichiarò in un'intervista rilasciata nel 1999: «Ismell porterà l'olfatto, il senso dimenticato, in primo piano in un'esplosione di realtà che giocherà sul rapporto istintivo che noi tutti abbiamo con l'odore».
Note 16) P.G. GABASSI, L. ZANUTTINI, op. cit., p.11. [back]
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