Noema Media & Publishing ha appena pubblicato l’eBook del libro di Anaïs Bernard e Bernard Andrieu, Manifesto Emersivo. Nascita delle Arti Immersive, Ravenna, Noema M&P, 2018.
Edizione italiana a cura di Pier Luigi Capucci e Franco Torriani (edizione originale: Anaïs Bernard, Bernard Andrieu, Manifeste des arts immersifs, Nancy, PUN – Editions Universitaires de Lorraine, 2014).
Edizione eBook. A breve verrà anche pubblicata anche l’edizione print on demand
Noema Media & Publishing just published the eBook of Anaïs Bernard e Bernard Andrieu, Manifesto Emersivo. Nascita delle Arti Immersive, Ravenna, Noema M&P, 2018.
Italian edition by Pier Luigi Capucci and Franco Torriani (original edition: Anaïs Bernard, Bernard Andrieu, Manifeste des arts immersifs, Nancy, PUN – Editions Universitaires de Lorraine, 2014).
eBook edition
ISBN 978-88-909189-6-4
Language: Italian
Soon also in print on demand
Dalla Presentazione
Nel nostro Paese il Manifesto Emersivo si colloca nel solco di una discussione quasi trentennale sulle relazioni tra corpo e tecnologie e sul ruolo del corpo nella temperie tecnoscientifica. Il focus del Manifesto, che abbiamo il piacere di presentare al lettore italiano, è incentrato, come recita il sottotitolo, sulla nascita delle Arti Immersive. Nonostante la brevità, il testo mostra il respiro della ricerca che i due autori, Bernard Andrieu, filosofo, e Anaïs Bernard, ricercatrice, portano avanti da anni sul corpo, sull’“immersione” e sui fenomeni collegati. Il saggio, denso e argomentato tra arte, scienza e tecnologia, considera le “arti immersive” come un’esperienza interattiva tra corpo, opera e ambiente, dove la fruizione dell’opera configura di fatto un’immersione esperienziale significativa che genera fenomeni emersivi. In altri termini, l’atto e la condizione dell’immersione producono tanto un’emersione articolata di sensazioni, immagini, fenomeni emotivi suscitati dall’ambiente immergente, quanto l’emersione nel corpo di produzioni spontanee che riguardano, secondo la tesi sostenuta, sia l’artista che lo spettatore, che secondo gli autori è anche attore.
La condizione di immersione-emersione si presenta, dunque, come l’agente di dispositivi induttivi in grado di provocare l’attivazione involontaria, cerebrale e sensibile, di produzioni spontanee, scrivono Andrieu e Bernard, che si impongono alla coscienza, anche se forse è difficile stabilirne la misura, sia dell’artista che dello spett-attore: “Tuffandosi nel proprio corpo in spazi immersivi – si legge nel Manifesto – il contenente immergente produce un contenuto emersivo”. L’arte dell’immergersi attiva la profondità del corpo, dalle più semplici interazioni della pelle alla im-serzione negli spazi vuoti e profondi della nostra parte più oscura. Il neologismo im-serzione (im-sertion), composto di “immersione” e “inserzione”, costituisce un elemento significativo del percorso teorico che in questi ultimi anni ha ispirato Andrieu e Bernard, che ritroviamo spesso nel Manifesto.
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Il testo si sofferma anche sui dispositivi tecnici e tecnologici di immersione, da un’interessante prospettiva storica fino agli effetti nel mondo delle arti negli anni Ottanta e Novanta, portando diversi esempi. Non si tratta, peraltro, di una prospettiva antologica, ma di un campione di casi rappresentativi, attraverso i quali si esamina quanto succede al soggetto “immerso” in situazioni fisiologiche inconsuete. Queste immersioni danno luogo a fenomeni di percezione, emozione, a sensazioni che provocano una ri-creazione percettiva del mondo. Il corpo diviene così un luogo di ibridazione e trasformazione. Si tratta di un’ibridità che, come è spiegato nel testo, fra i suoi vari livelli rivela quello dell’intreccio fra naturale e artificiale, due “categorie” in ridefinizione continua. È anche l’ammissione, o meglio, l’accettazione, del concetto che il corpo non è né interamente naturale né interamente culturale.
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Edizione eBook
ISBN 978-88-909189-6-4
Lingua: italiano
Seguirà l’edizione print on demand
Di seguito un estratto dall’eBook:
Manifesto Emersivo – anteprima
Dall’Introduzione
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Davanti alla decorporazione digitale e all’artificializzazione del vivente, decretate da esperti esterni, le esperienze emersive dimostrano ciò che si ricerca nell’arte di immergersi, come già nella droga, nel sesso, nella musica, nel virtuale: la natura non è il fine del corpo, il suo limite fisico, la sua estremità, ma la prova della sua profondità e della sua estensione. Perché la decostruzione del sesso nel genere se produce una perdita di genere e l’acquisizione di nuovi generi, serve da mezzo esperienziale per rendere il corpo del vivente sensibile verso ciò che attiva la sua ecologizzazione. La nudità del corpo, non soltanto il suo naturismo, consiste nel fargli provare ambienti ed esperienze inedite in un dato contesto. Non si tratta di denudarsi per raggiungere lo strato zero della nostra sensibilità, ma di mettersi in un dispositivo emersivo per lasciare che pervenga alla coscienza sensoriale l’immagine mentale o il fenomeno situazionale attivato nel corso dell’ecologizzazione corporea.
Le Arti Immersive si basano su tre dispositivi progressivi nella profondità dell’inserimento del corpo nell’immergente: il corpo vivente è attivo, malgrado la volontà del soggetto, a partire dall’interazione della sua presenza in installazioni che catturano il suo calore, il suo movimento, la sua velocità, le sue azioni di co-autore dell’opera d’arte. Con l’ibridazione dei sistemi biologici e tecnologici il corpo viene aumentato, al di là delle sue capacità coscienti, da queste situazioni miste, come Stelarc ha mostrato con le sue sospensioni. Con l’im-serzione (imsertion), l’incorporazione del mezzo emergente è più completa, forzando l’identità e l’integrità del corpo vivente ad adattarsi e facendo emergere delle potenzialità inedite.
Immergersi nel proprio corpo è diverso dall’immergere il proprio corpo in un ambiente. Immergendosi nel proprio corpo il contenente diventa il contenuto: il soggetto vi scopre degli spazi che ha incorporato involontariamente, o che attivano nuove sensazioni attraverso la penetrazione degli effetti immersivi di tali ambienti. Immergendosi nel proprio corpo – in maniera fisica come nell’apnea, riflessiva come nello yoga o nel body-mind centering, allucinatoria come nella paura, nel rischio, nella droga, nell’orgasmo – ciascuno cerca un modo di esplorazione di sé in ambiti diversi. Queste variazioni d’intensità in tali ambiti immergono ciascuno in modalità sensoriali inedite: è l’ambiente che ecologizza il corpo, riconfigurandolo nei limiti del suo adattamento. Così, senza questa immersione consapevole o inconsapevole nel proprio corpo, l’ambiente può imporsi al nostro corpo, come l’habitus dimostra, da Marcel Mauss a Pierre Bourdieu.
Il problema dell’immersione in situ è sapere se il corpo vissuto può incarnare ciò che si produce nel corpo vivente, partecipandovi in maniera volontaria o involontaria, in modo invasivo o solo interattivo.
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L’ edizione in eBook è disponibile qui
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