Pisa
Fondazione Teseco
Cities From Below
di Silvana Vassallo
Cities From Below
Laboratorio per l’Arte Contemporanea
Stabilimento Teseco
Via Carlo Ludovico Ragghianti 12
56100 Pisa
www.teseco.it/fondazione
Lun/Ven 14.30-18-30 o su appuntamento 050 987511
Quale ruolo può giocare l’artista nella formazione di una società in transizione? E’ possibile pensare la città come ‘luogo di lavoro collettivo’ in cui l’arte svolga una funzione necessaria nell’intercettare desideri, bisogni e conflitti emergenti? Come partecipano le pratiche artistiche ad una azione collettiva quando vengono a mancare – come oggi – tutti i legami classici dell’appartenenza sociale? Intorno a questi interrogativi ha preso l’avvio il progetto a cura di Marco Scotini Cities From Below, realizzato dalla Fondazione Teseco per l’Arte di Pisa in collaborazione con enti pubblici e altre istituzioni. Individuando nella condizione urbana di inizio millennio uno snodo cruciale per prefigurare nuovi scenari di creatività condivisa, il progetto si articola attorno a quattro nuclei tematici – la costruzione della città pubblica, la costruzione della comunità, l’attivazione di politiche dal basso o forme di empowerment, la costruzione della comunicazione attraverso media tattici – che saranno affrontati in varie tappe nel corso del 2006 e 2007 attraverso forme diversificate di processualità artistica: workshop, seminari, forum pubblici, happenings, rassegne video e cinematografiche.
L’inaugurazione ufficiale di Cities From Below si è svolta sabato 18 novembre presso il Laboratorio per l’Arte contemporanea della Fondazione Teseco per l’Arte, suggestivo spazio-contenitore dove sono confluiti i primi risultati della ‘tappa d’avvio’ del progetto, attivata da una serie di workshop tenuti da artisti internazionali invitati ad interagire con diverse realtà locali. Uno dei workshop è stata condotto da Oda Projesi, un gruppo artistico di Instanbul che dal 2000 lavora attoro al concetto di spazio (in turco ‘oda’ significa stanza/spazio e ‘projesi’ progetto) e attorno all’idea di una riconfigurazione dei luoghi, sia pubblici che privati, a partire da un re-investimento creativo e socializzante su di essi. Oda Projesi ha coinvolto i bambini di una scuola elementare pisana in una ‘rimappatura emotiva’ e personale del quartiere in cui vivono, creando percorsi intessuti di microstorie e di vissuti personali, che amplificano e ridisegnano il senso dei luoghi. Tutto il materiale elaborato, costituito da mappe, maquette e narrazioni, sarà raccolto in un libro ed esposto in una mostra. Un secondo workshop è stato realizzato dall’artista Dmitry Vilensky, esponente del collettivo cross-disciplinare di San Pietroburgo Chto Delat?/What Is To Be Done? composto da artisti, critici, scrittori e filosofi impegnati in diverse forme di attivismo mediatico e in progetti artistico-culturali connotati da una forte valenza politica. Vilensky ha invitato i partecipanti al workshop pisano, composto da giovani creativi e gruppi dell’associazionismo, a riflettere sui concetti quanto mai attuali di ingiustizia e di dignità, partendo da esperienze personali e dall’esplorazione del territorio locale. All’interno della sede del Laboratorio per l’Arte contemporanea l’artista ha realizzato uno spazio installativo, dove la sera dell’inaugurazione sono stati presentati i molteplici lavori scaturiti dal workshop: dipinti, graffiti, collages; testimonianze video di incontri con la gente di quartieri la cui identità e fisionomia sta cambiando per la presenza sempre più massiccia di immigrati; riflessioni video sugli ‘usi impropri degli spazi’, sui luoghi dove la gente si prostituisce o chiede l’elemosina, dove con maggior drammaticità si declinano i temi dell’ingiustizia e della (perdita di) dignità. Si è trattato di un’incredibile proliferazione di creatività rizomatica, di un primo scambio di progetti ancora allo stadio iniziale, destinati a crescere all’interno della ‘Common House’, ovvero del Laboratorio per l’Arte Contemporanea della Fondazione Teseco, un enorme capannone di 2000 mq. situato accanto agli stabilimenti del Gruppo Teseco nella zona industriale di Pisa, uno spazio particolarmente adatto ad ospitare un’iniziativa come Citiy From Below, che intende mettere a confronto e far interagire luoghi diversi – periferia/città, spazi pubblici/spazi privati, spazi dove si fa cultura/ spazi dove si lavora – evidenziandone conflitti e potenziali interazioni.
Una seconda iniziativa nell’ambito di Citiy From Below si è svolta tra il 6 e 7 dicembre presso il Cine Club Arsenale di Pisa, dove sono stati presentati una serie di film e video di documentazione su varie forme di arte socialmente impegata, fornendo una ricca panoramica di interventi artistici in contesti socio-economici, politici e geografici diversi, dall’Africa al Sudamerica, dai Paesi dell’Est all’Europa. Come suggerito dal titolo della rassegna Empowerment Program, i materiali mostrati testimoniano pratiche di ‘autogestione dal basso’ di spazi reali e ideali, al di fuori di logiche istituzionali. In alcuni dei lavori, l’esigenza e l’urgenza di documentare si intreccia con una sofisticata ricerca formale, come nel caso di Sao Paulo Citytellers, di Francesco Jodice, un’ indagine sulla città di San Paolo quale città laboratorio del futuro e come uno dei possibili prototipi di postmodernità. Nel film si alternano diverse storie e casi-studio legati a fenomeni di auto-organizzazione, con uno stile che combina i fatti documentati ad una ricerca sulla forma narrativa e sulle immagini di tipo filmico e videoartistico, mescolando generi diversi. Il progetto, commissionato dalla Biennale di San Paulo, è durato 10 mesi ed è frutto della ricerca site-specific realizzata da un network di antropologi, artisti, sociologi, urbanisti e film-maker appositamente selezionato da Jodice. Interessante anche la scelta da parte dell’artista di mescolare modalità di fruizione diverse: il film è stato presentato contemporaneamente sia in forma di video-installazione durante il vernissage della 27° Biennale di San Paulo, sia come documentario da canale nazionale della televisione Brasiliana, ‘transitando’ da una visione riservata al pubblico elitario delle prime a una visione, filtrata dalla scatola televisiva, per un pubblico più ampio, differenziato e imprevedibile. Anche questa, in fondo, è un’operazione di ‘sabotaggio’ dei luoghi convenzionalmente deputati all’esposizione.
I prossimi appuntamenti di City From Below sono programmati per marzo e aprile 2007, con workshop di cinque giorni tenuti rispettivamente dai collettivi artistici Flyingcity (Korea) e Huit Facettes (Senegal), in sintonia con lo spirito ‘glocal’ del progetto.
Website: http://www.teseco.it/fondazione
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