Alcune università europee (tra le quali l’Università degli Studi di Milano – Dipartimento di Scienze dell’Informazione e di Informatica e Comunicazione, il Dipartimento di Computer Science dell’Università di Bremen, la School of Informatics dell’Università di Bradford, il Goldsmiths College dell’Università di Londra, l’Human-Computer Interaction Group dell’Università di Patrasso, la National University of Art di Bucarest e l’Informatics & Telematics Institute del Centre for Research and Technology di Salonicco) lavorano per mettere a punto il progetto IRIS, una ricerca interdisciplinare finalizzata alla realizzazione di un Web semantico applicato all’arte, ma anche un dispositivo informatico di nuova concezione, che potrebbe essere disponibile per gli utenti di Internet già entro il prossimo decennio.
Il nome del progetto si riferisce, com’è noto, alla dea greca dell’arcobaleno, e simboleggia l’unione fra il cielo e la terra; dunque, fra l’astratto mondo dell’informatica e il sensoriale pianeta dell’arte. Oltre agli atenei che lavorano a questo fine sarà poi coinvolta anche l’Accademia di Belle Arti di Brera.
Quale caratteristica avrà il Web semantico? Perché sarà diverso dal comune Web? Senza dubbio il Web semantico rappresenterà uno straordinario ampliamento delle attuali possibilità del Web. Essendo ‘semantico’, il nuovo progettato Web consentirebbe un’utilizzazione ‘intelligente’, ‘significativa’ delle informazioni, come anche delle immagini disponibili in rete, e perciò con sentirebbe di ridurre, se non di eliminare, la caotica e faticosa attuale navigazione in un mare di informazioni spesso non pertinenti, o non richieste, o non aderenti alle finalità e ai desideri dell’utente.
E quanto al campo dell’arte, a cui sarà applicato, che cosa ci si deve aspettare dal Web semantico? Al riguardo il progetto IRIS si propone obiettivi molto ambiziosi. Il gruppo di ricerca intende innanzi tutto sviluppare un sistema ‘intelligente’, in grado di collezionare informazioni quantitative e qualitative, concernenti ogni settore delle arti visive. L’accesso a questi archivi intelligenti sarà poi garantito da interfacce altrettanto ‘intelligenti’, con un evidente enorme vantaggio, ad esempio, per tutti gli studiosi e gli appassionati di ogni espressione dell’arte, del passato e del presente.
Negli obiettivi del progetto IRIS è notevole soprattutto l’idea che, attraverso un inedito approccio computazionale, sia possibile sviluppare nuovi modelli di comunicazione, basati su moduli visuali: un Iconic Language, insomma. Le arti visive potrebbero pertanto diventare la materia prima di uno strumento comunicazionale basato su nuove forme computazionali. Questa parte del progetto mira quindi a realizzare una sorta di linguaggio iconico, qualcosa che potrebbe anche diventare l”interlingua’ del futuro, necessaria come il pane nella babele della comunicazione ubiquitaria e quasi istantanea.
Certo, per il momento gli items attraverso i quali dovrebbe sostanziarsi tale ‘interlingua’ non sembrano evidenti o del tutto chiari, quantunque le fonti addizionali di questa parte del progetto siano autorevoli, comprendendo l’IBM Image Information System Group e l’Institute for Image Data Research. Viene infatti spontaneo chiedersi in che modo una linguaggio iconico, evidentemente diverso dai vari sistemi di scrittura in uso, possa conservare tutti gli aspetti semantici, sintattici e pragmatici che caratterizzano le lingue naturali. Ma è anche vero che dallo studio dell’ignoto nasce il nuovo.
Fra le molteplici direzioni di ricerca del progetto IRIS si possono poi segnalare la Visual Arts objects quantitative analysis, che consisterebbe nel primo tentativo sistematico di creare un database dedicato agli elementi strutturali e visuali delle opere d’arte, come ad esempio le relazioni fra i valori cromatici, le strutture geometriche, i livelli di saturazione luminosa e così via. Fra le altre priorità del progetto, spicca poi un sistema che permetterà di produrre studi mirati agli assetti del mercato dell’arte, al rapporto fra arte e media, e consentirà di capire, in un dato momento, quali sono le immagini dominanti e perché.
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