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Oggi le scienze naturali dovrebbero essere aperte alle arti, in modo particolare alla natura giocosa che le arti hanno in relazione con le osservazioni scientifiche. In questo contesto il metodo transdisciplinare si potrebbe di promuovere interessanti modi di pensare, anche attraverso la metafora. L’arte viene ripensata come un processo relazionale mescolandosi con le sperimentazioni scientifiche all’interno di un sistema di comunicazione, comprendendo e riconoscendo il complesso processo naturale dell’evoluzione dell’arte stessa. Proprio su questo argomento Transdisziplinäre Design pubblicato nel 2017 dalla casa editrice Passagen Verlag di Vienna in XMedia serie ed edito da Alan N. Shapiro, Marion Digel e Irmi Wachendorff è un ottimo strumento per comprendere un nuovo modo di conoscenza (Alan N. Shapiro, Marion Digel, Irmi Wachendorff (a cura di), Transdisziplinäre Gestaltung, Vienna, Passagen Verlag, 2017).
Transdisziplinäre Design è un libro inusuale, pubblicato metà in tedesco e metà in inglese. In questa raccolta di saggi e scrittura creativa troviamo alcuni stimolanti contributi scritti da Alan N. Shapiro (visiting professor presso l’Heterotopia Institute Graduate Program nella Folkwang University of Arts a Essen, in Germania) e da alcuni suoi studenti e collaboratori. Questo libro nasce come una sorta di guida pedagogica. Siamo di fronte ad una panoramica rappresentativa sul concetto di Design e transdisciplinarità. Il libro si divide in nove interessanti capitoli, dalla narrativa alla scrittura creativa, dalla filosofia e dalla serie televisiva all’architettura, dalla realizzazione alla tecnologia, dall’ipermoderno al designer-produttore. Ogni argomento contiene un diverso punto di vista. Possiamo anche usare questo libro senza un ordine preciso, a seconda dei nostri interessi o ricerche. Transdisziplinäre Design galleggia tra ipermodernità e decostruzioni, attraversando il pensiero di Derrida, Baudrillard, Lyotard, Foucault, Deleuze, Badiou, Zizek e molti altri. La transdisciplinarietà diviene un ottimo strumento per capire la complessità del mondo e il design è una (delle tante possibili) metodologie per affrontare i problemi complessi. In altre parole Transdisziplinäre Design è un ibrido tra teoria e pratica.
Qual è la differenza tra l’interdisciplinarietà e la transdiscilinarità? (Nolan Bazinet). Qual è il ruolo della finzione nell’atto creativo del progettista? (Alan Shapiro e Florian Arnold). Martine Weise, Caroline Fuchs, Nicole Maggio, Eicke Riggers, Elina Nikoaleva ci raccontano invece come da Mad Men con il changeling di Donald Drapper fino ai numeri della mini-serie di Prisoners di Nick Hurran, si rievoca il villaggio globale tanto caro a Marshall McLuhan, passando poi tra il nulla e l’essere selvaggio della serie Lost, evidenziando i problemi filosofici e sociologici del nostro tempo e come essi vengono estrapolati dalle nuove narrazioni transmediali, seriali e televisive. Quale posto occupano i media e l’architettura nel design transdiciplinare? (Eicke Riggers, Anne-Clara Sthal e Ramina Kalashnykova). Se è vero che l’architettura, come la progettazione, è un’interfaccia tra uomo e tecnologia, allora sembra logico guardare attentamente i loro metodi multiformi e persino poetici, trasferendo, manipolando e trasformando in una continua mutazione di finestre digitali. Perché anche la biografia è fondamentale per l’educazione del progettista? Mentre attraverso il paradigma del movimento corporeo nella società nasce un dialogo tra un uomo e una macchina scritto da Regan O’Brain, ricreando un intenso remix tra Theory e Co-poiesis.
Shapiro con Steve Valk evidenzia l’importanza della coreografia sociale offrendo al lettore un nuovo approccio in tempi post-normali e allo stesso tempo ci fa riflette sulla conoscenza della conoscenza come una costruzione in movimento. La transdisciplinarietà fluttua tra un cognicentrismo “vitro” e una pratica dell’istruzione “viva”. Un nuovo modo di pensare ridefinisce anche il concetto di del design che diventa responsabile socialmente e culturalmente. Nel libro si ri-evoca anche il concetto di Biodesign dove l’architetto mescola sia la vita come processo che il design come progetto, recuperando la nozione di Bioart coniata dall’artista Eduardo Kac, inserendo la vita in ogni forma di componente dalla bio-texture al bio-design, dalla bio-fabbricazione alla bio-fiction fino bio-estetica. Il design ibrido inizia a contenere diversi paradigmi, significati, modi di conoscere, analisi delle pratiche e processi di progettazione. Ecco come il design si trasforma in strumento per lo sviluppo inclusivo della Rete, trasformando radicalmente le nostre attività, i servizi, le imprese, le pubbliche amministrazioni e gli ambienti.
Secondo Shapiro l’artista ha bisogno di riconquistare la dimensione simbolica nel suo lavoro, allontanandosi dalla funzione strettamente graziosa o decorativa. Ad esempio Internet delle cose (IoT) e Blockchain sono nuove possibilità. Gli algoritmi possono anche essere etici non solo operazioni informatiche. Il codice software deve essere concepito innanzitutto come tecnologia e non più come supporto. In altre parole la tecnologia di Blockchain fornisce una sfida pubblica. Così come IoT rappresenta la relazione tra soggetti umani e oggetti non umani. A questo punto ci si chiede, qual è l’AI dalla prospettiva del design? Come le teorie queer, transgender e femministe possono influenzare il design e le tecnologie? Come i codici, i software possono confondersi con la poesia e la narrativa? (Mike Rösgen, Anja Weisinger, Michael Klosinski, Anne Karrenbrock). Queste sono altre domande che scaturiscono dalla lettura di Transdisziplinäre Design. Infatti in questa architettura trasversale del libro, Anja Weisinger sfiora le tecnologie del desiderio con un approccio di design interessante in direzione di una transdisciplinarità queer. Secondo l’autrice infatti la macchina modella continuamente i nostri modi di pensiero e comportamento. Shapiro infine attraversa il concetto di modernismo e postmodernismo rievocando l’iper-realità di Baudrillard e la velocità di Virilio, per arrivare ad nuovo approccio quello dell’ipermodernismo, dove la post-hysteria indica un nuovo spazio, una quarta dimensione non euclidea.
Transdisziplinäre Design celebra una creatività selvaggia, uno sguardo al futuro attraverso la fantascienza e nuove forme di scrittura, un’epistemologia cibernetica ricorrente contro i modelli di controllo che dominano le nostre vite sociali e individuali. Transdisziplinäre Design segue nuovi orientamenti, differenti esistenze e diversi tempi, concentrando l’attenzione sul metodo transdisciplinare, come una nuova metodologia che sfugge dalla divisione della conoscenza e dall’autoreferenziale. La transdisciplinarietà, in termini di oltre i limiti di conoscenza, ripropone anche i termini dell’interdisciplinarietà (in termini di fra, tra) per una nuova dimensione in transizione, ibrida e variabile. La transdisciplinarietà è un nuovo territorio, dove le mono-discipline tendono a remixarsi tra loro per una conoscenza della conoscenza: discipline in transizione. Il design potrebbe essere uno strumento per ricostruire una profonda riflessione sulla complessità della società, che va oltre. Le tecnologie sono incarnate nella nostra cultura e trasformano persino il nostro corpo-mente. Questo corto-circuito potrebbe essere accettato solo cambiando il nostro punto di vista. Transdisziplinäre Design offre al lettore quindi molte possibilità creative e di pensiero.
Index
1. Introduction/Einleitung 14
Marion Digel, Irmi Wachendorff, Transdisziplinäre Gestaltung 17
Alan N. Shapiro, Transdisciplinary Design 27
Nolan Bazinet, Interdisciplinary or Transdisciplinary? 35
2. Fiction/Fiktion 40
Alan N. Shapiro, Fiktion lehren – als Schlüssel der Kreativität 43
Alan N. Shapiro, Das Paradox, die Zukunft vorherzusehen 53
Florian Arnold, Von Fiktion lernen 59
3. Philosophy and TV Series/Philosophie und TV-Serien 72
Marten Weise, “Out of thin air” – Mask and Representation in Mad Men 75
Caroline Fuchs, Reality and Simulation in The Prisoner 81
Nicole Maggio, “I Am Not A Number”: Individualism in The Prisoner 87
Eicke Riggers, Meer, Strand und Wald – eine „existenzielle Metaphorik der Landschaft“ in der Serie Lost 95
Elina Nikoaleva, Idee für eine TV-Serie 99
4. Architecture/Architektur 106
Eicke Riggers, Geheimnis, Opazität, Verbergung. Ambivalente Phänomene in Philosophie, Architektur und Interface-Design 109
Anne-Clara Stahl, Architektur – ein Speicher 125
Ramina Kalashnykova, Fenstersicht – Fenstersucht 133
5. Embodiment/Verkörperung 146
Regan O’Brien, Bounding 149
Alan N. Shapiro with Steve Valk, Steve Valk, the Situationists and Social Choreography 163
6. Designers and Creators/Designer und Schöpfer 172
Denise Werth, Die Zukunft des Designers. Beobachtungen zwischen Technik, Gestaltung und Gesellschaft 175
Julia Krayer, Biodesign 185
Cristina Miranda de Almedia, From Smart to Empathic and Integrative Hybrid Design 197
Alan N. Shapiro, As Creators Make Money, They Will Transform What Money Is 205
7. Technology/Technologie 214
Mike Rösgen, Von den Irrungen und Wirrungen der intelligenten Dinge: Warum die Freiheit von künstlicher Intelligenz begrenzt wird 217
Anja Wiesinger, Technologies of Desire – A Queer Transdisciplinary Design Approach 229
Michał Kłosiński, Dwelling Virtual Worlds 237
Anne Karrenbrock, Buch und E-Book 247
8. Hyper-Modernism/Hyper-Moderne 250
Alan N. Shapiro, What is Hyper-Modernism? 253
Sebastian Sowa, Der Garten im Zeitalter der Digitalisierung 265
Alexis Clancy, Metamathematical Notions to Serve a Hyper-Modern World 279
Vivianne Irene Pärli, Supernova 287
9. Creative Writing/Kreatives Schreiben 300
Moritz Kotzerke, Grenzübergreifende Schnittstellenprozesse oder platzliche Fräsenz 303
Christian L. Berens, Skizze zu einer poetischen Feldforschungsreise 313
Benjamin Gages, Anleitung. 323
Nowadays the natural sciences should be open to arts, specifically the playful nature that arts have in toying with scientific observations. In this context the transdisciplinary method could promote interesting ways of thinking, and one way is through metaphor. In this scenario, art is rethought as a process where science and technology are integrated in a communication system, understanding and recognizing the complex natural process of evolution of art. On this matter, Transdisziplinäre Design – published in 2017 by the Passagen Verlag of Vienna in XMedia series and edited by Alan N. Shapiro, Marion Digel and Irmi Wachendorff – is a great tool for understanding a new way of knowledge (Alan N. Shapiro, Marion Digel, Irmi Wachendorff (eds.), Transdisziplinäre Gestaltung, Vienna, Passagen Verlag, 2017). Transdisziplinäre Design is an unusual book, it is published half in German and half in English. In this collection of essays and creating writing we find some essays written by Alan N. Shapiro (visiting Professor of Transdisciplinary Design at the Heterotopia Institute Graduate Program at the Folkwang Univerisity of the Arts in Essen, Germany) and by his academic scholars.
In this book there is a representative overview of the subjects which are covered in the prototype concept of the curriculum for teaching transdiciplinary design. The book is divided into nine exciting chapters, from fiction to creative writing, from philosophy and tv-series to architecture, from embodiment to technology, from Hypermodern to designer and maker. Each topic contains a different issue from a different point of view. We can use this book without a direct order, we can use it in own our terms, depending on our interest. Transdisziplinäre Design floats between hypermodernity and deconstruction, passing through the thought by Derrida, Baudrillard, Lyotard, Foucault, Deleuze, Badiou, Zizek, and many others.
Transdisciplinarity, evoked by all authors in this book, is a great tool for understanding the complexity of the world, and transdisciplinary design is one of many possible way for facing complex problems. In other words, Transdisziplinäre Design is a hybrid between theory and practice. What is the difference between interdisciplinarity and transdisciplinarity? (Nolan Bazinet). What is the role of fiction in the creative act of the designer? (Alan Shapiro and Florian Arnold). Martine Weise, Caroline Fuchs, Nicole Maggio, Eicke Riggers, Elina Nikoaleva have analyzed how we can find – from Mad Men with the changeling of Donald Drapper, to the numbers of short tv-series Prisoners by Nick Hurran- the re-evoking of the global village by Marshall McLuhan, then passing through the nothingness and the wild being of the tv-series Lost, highlighting philosophical and sociological problems of our time expressed through transmedia and serial narration.
What place do media theory and architecture occupy in transdiciplinary design? (Eicke Riggers, Anne-Clara Sthal and Ramina Kalashnykova). If it is true that architecture, as well as design, is an interface of man and technology, then it seems only logical to look closely at their multifarious and even poetic methods, transferring, manipulating, and transforming into a mutation of digital windows. Why are embodiment, performance, and biographical self-examination vital to the education of the designer? The body movement paradigm in society is explained by a dialogue between a man and machine in an issue by Regan O’Brain, recreating a sort of a perfomance between Matrixial Theory and Co-poiesis. Shapiro with Steve Valk highlight the social choreography offering the reader a new approach in post-normal times and at the same time they reflect on the knowledge of knowledge as a construction in movement. Transdisciplinarity moves between a “in vitro” cognicentrism and a practice of “in vivo” education. A new way of thinking redefines the concept of design that thus becomes socially and culturally responsible. The book also recalls the concept of Biodesign -where the architect mixes both life as a process and design as a project- recuperating the notion of Bioart coined by artist Eduardo Kac, who inserts life into any form of biotexture component, biodesign, biofabrication, biofiction and bioaesthetics. Hybrid design is beginning to contain different paradigms, meanings, ways of knowing, analysis of practices and design processes. Design transforms itself as a tool for inclusive network development, radically transforming our activities, services, businesses, public administrations, and environments.
According to Shapiro, the artist needs to regain the symbolic dimension in his work, moving away from the strictly graceful or decorative function. For example, the Internet of Things (IoT) and Blockchain are new possibilities. Algorithms can also be ethical, not just computer operations. Software code must be conceived first and foremost as technology and not as support. In other words Blockchain technology provides a public challenge. Just like the IoT represents the relationship between human subjects and non-human objects. At this point you wonder what the AI is from the perspective of design. How do queer, transgender, and feminist theories affect design and technology? Like the codes, can software be confused with poetry and narrative? (Mike Rösgen, Anja Weisinger, Michael Klosinski, Anne Karrenbrock).
These are other questions that arise from reading Transdisziplinäre Design. In fact, in this transversal architecture of the book, Anja Weisinger gets closer to engaging technologies of desire with an interesting design approach towards queer transdisciplinary. According to the author, the machine constantly moulds our thinking and behavior. Finally, Shapiro goes through the concept of modernism and postmodernism, recalling Baudrillard’s hypereference and Virilio’s speed, to reach a new approach to hypermodernism, where post-hysteria indicates a new space, a fourth not Euclidean dimension. Transdisziplinäre Design celebrates a wild creativity, a look into the future through science fiction and new forms of writing, a recurring cybernetic epistemology against the cybernetic control models that dominate our social and individual lives.
Transdisziplinäre Design follows new orientations, different existences and different times, focussing the attention on the transdisciplinary approach as a new methodology that escapes knowledge sharing and self-referencing. Transdisciplinarity could be thought in terms of beyond the bounds of knowledge, and also resets the terms of interdisciplinarity (in terms of between, among) for a new, transitional, hybrid, and variable dimension. Transdisciplinarity is a new territory where mono-disciplines tend to remix for a knowledge of knowledge: disciplines in transition. The design could be a tool to rebuild a profound reflection on the complexity of society which goes further. Technologies are embodied in our culture and transform even our body-mind. This short-circuit could only be accepted by changing our point of view. Transdisziplinäre Design offers us many creative and thoughtful possibilities.
Index
1. Introduction/Einleitung 14
Marion Digel, Irmi Wachendorff, Transdisziplinäre Gestaltung 17
Alan N. Shapiro, Transdisciplinary Design 27
Nolan Bazinet, Interdisciplinary or Transdisciplinary? 35
2. Fiction/Fiktion 40
Alan N. Shapiro, Fiktion lehren – als Schlüssel der Kreativität 43
Alan N. Shapiro, Das Paradox, die Zukunft vorherzusehen 53
Florian Arnold, Von Fiktion lernen 59
3. Philosophy and TV Series/Philosophie und TV-Serien 72
Marten Weise, “Out of thin air” – Mask and Representation in Mad Men 75
Caroline Fuchs, Reality and Simulation in The Prisoner 81
Nicole Maggio, “I Am Not A Number”: Individualism in The Prisoner 87
Eicke Riggers, Meer, Strand und Wald – eine „existenzielle Metaphorik der Landschaft“ in der Serie Lost 95
Elina Nikoaleva, Idee für eine TV-Serie 99
4. Architecture/Architektur 106
Eicke Riggers, Geheimnis, Opazität, Verbergung. Ambivalente Phänomene in Philosophie, Architektur und Interface-Design 109
Anne-Clara Stahl, Architektur – ein Speicher 125
Ramina Kalashnykova, Fenstersicht – Fenstersucht 133
5. Embodiment/Verkörperung 146
Regan O’Brien, Bounding 149
Alan N. Shapiro with Steve Valk, Steve Valk, the Situationists and Social Choreography 163
6. Designers and Creators/Designer und Schöpfer 172
Denise Werth, Die Zukunft des Designers. Beobachtungen zwischen Technik, Gestaltung und Gesellschaft 175
Julia Krayer, Biodesign 185
Cristina Miranda de Almedia, From Smart to Empathic and Integrative Hybrid Design 197
Alan N. Shapiro, As Creators Make Money, They Will Transform What Money Is 205
7. Technology/Technologie 214
Mike Rösgen, Von den Irrungen und Wirrungen der intelligenten Dinge: Warum die Freiheit von künstlicher Intelligenz begrenzt wird 217
Anja Wiesinger, Technologies of Desire – A Queer Transdisciplinary Design Approach 229
Michał Kłosiński, Dwelling Virtual Worlds 237
Anne Karrenbrock, Buch und E-Book 247
8. Hyper-Modernism/Hyper-Moderne 250
Alan N. Shapiro, What is Hyper-Modernism? 253
Sebastian Sowa, Der Garten im Zeitalter der Digitalisierung 265
Alexis Clancy, Metamathematical Notions to Serve a Hyper-Modern World 279
Vivianne Irene Pärli, Supernova 287
9. Creative Writing/Kreatives Schreiben 300
Moritz Kotzerke, Grenzübergreifende Schnittstellenprozesse oder platzliche Fräsenz 303
Christian L. Berens, Skizze zu einer poetischen Feldforschungsreise 313
Benjamin Gages, Anleitung. 323
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