Avete mai pensato di fare come quel ricco signore americano e pagarvi un bel viaggio in orbita? Allora è tempo per voi di mettervi a dieta, perché vi costerebbe circa 40 milioni di lire al kg: parola dell’astro-bilancia di Alenia Spazio. Se invece preferite sapere che tempo faceva il giorno in cui siete nati, un programma della Società Metereologica Italiana vi dirà persino le temperature massime e minime registrate.
Queste sono solo alcune delle insolite curiosità che potete soddisfare visitando una mostra come “Next. Bit, Dna e sonde spaziali” inauguratasi a Torino l’11 maggio, banco di prova e anticipazione dei contenuti del futuro Science Center, la cui apertura è prevista per il 2004 e la cui funzione sarà quella di coordinare, promuovere e valorizzare le attività delle varie realtà scientifiche, tecnologiche e anche artistiche presenti storicamente sul territorio torinese.
La mostra presenta dunque un viaggio tra passato, presente e futuro in quelle che saranno le tre principali aree di interesse del centro: la nuova biologia, le tecnologie dell’informazione e le Macchine, dall’automobile alle sonde spaziali appunto. L’approccio a questi temi è lo stesso collaudato da tempo nelle iniziative torinesi di divulgazione scientifica, come Experimenta e i GiovedìScienza di Extramuseum: quello di miscelare insieme finalità didattiche, alta e bassa tecnologia, partners importanti con un alto grado di partecipazione del pubblico, riuscendo così a coniugare divertimento e apprendimento. Ecco allora il Dna efficacemente quantificato in fagioli o rappresentato come una vera biblioteca; l’e-book, la tv interattiva, le opzioni di digitalizzazione del proprio volto, della propria voce e di tutta la persona in un avatar; il prototipo della macchina guidata dal satellite, le “comunicazioni lunari”, l’Umts e altro ancora, accanto ad una rassegna storica sul rapporto tra Torino e la scienza; il tutto realizzato in una suggestiva ambientazione hi-tech.
La componente artistica è rappresentata da Arslab, con due installazioni di Piero Fogliati e Piero Gilardi. Il Rivelatore Cromocinetico di Fogliati è un’opera “storica” che risale al 1970, dove l’oscillazione di una corda elastica tesa in verticale scompone un fascio di luce nei vari colori che la compongono. Una sorta di cerchio di Newton al contrario insomma, all’apparenza semplice ma che in realtà tira in ballo le leggi della fisica e dell’ottica. Gilardi presenta invece il suo ultimo lavoro, Shared Dolor, un’installazione interattiva con realtà virtuale fruibile da due persone contemporaneamente le quali, sedute su due poltrone, condividono un’intensa esperienza emotiva. Quest’opera, come altre cose in mostra, è stata messa a dura prova dall’entusiasmo del folto pubblico presente, data anche la concomitanza per alcuni giorni del Salone del Libro, a conferma comunque del fatto che quella dei percorsi interattivi è una formula vincente. Torino si pone dunque ancora una volta, e ormai definitivamente, come centro all’avanguardia in Italia per l’attenzione alle affascinanti connessioni tra scienza, tecnologia, arte e cultura.
“Next. Bit, dna e sonde spaziali”, fino al 15 giugno 2001. Torino, Lingotto. A cura di Piero Bianucci.
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