English Abstract
Ubiquitous Meraviglia
Salvatore Iaconesi: an act of sensitivity data with a punk heart
Salvatore is an engineer, artist, hacker and interaction designer. He is a TED Fellow (2012), Eisenhower Fellow (since 2013), Yale World Fellow (2014) and teaches Interaction Design and Digital Design at Rome’s University “La Sapienza”, at ISIA Design Florence, at RUFA, Rome University of Fine Arts, at IED, Istituto Europeo di Design. Salvatore has extensive experience in the areas of strategic design, expert and decision support systems, knowledge management and sharing systems, technological platforms for multicultural communities, ubiquitous technologies, interactive experiences and innovation processes.
Salvatore Iaconesi with Oriana Persico, a partner in projects and in life, together they founded Art in Open Source and Her: She Loves Data, a next-generation cultural research centre that uses data and computation – complex algorithms, artificial intelligence, networks, ecosystems – to create processes of cultural acceleration through art and the results of scientific research and technological innovation, but also to analyse the transformations that humanity goes through thanks to data.
When Salvatore Iaconesi fell ill with brain cancer in 2012, he decided to leave the hospital to start La Cura, a global performance to reclaim his body and identity by creating an open source participatory cure for cancer. Among the latest projects he and his wife have dedicated themselves to is the creation of a ‘performative prototype’, applying the opportunities offered by digital technology to the collection of the MAXXI Museum in Rome. From Open Source “La Cura” (2012) to New Living (Nuovo Abitare, 2020), Iaconesi’s journey is a biopolitical performative act where possible new alliances with data and computation and, through them, with the rest of the ecosystem, for a possible and more desirable society for the human being, live on. Data and computation are necessary for our survival and our ability to derive meaning from the world: they must leave technology and enter culture. New Living can be defined as the condition of contemporary human beings in which in order to enjoy their rights and freedoms, and to be able to relate, express, self-represent and communicate, it becomes increasingly necessary to deal with the mediation of data and computation. At the heart of New Living is ARNA, the Archive of Rituals of New Living, an open and distributed archive that hosts artists, designers, researchers and architects at an international level who reason about the practices of this new existential condition.
Salvatore Iaconesi passes away on 18 July 2022.
His ubiquitous body melts into an emotion augmented by human suffering and fears, an act to sensitivity, to sentient coexistence instead of anaesthetic separation. Never before have we needed Art and never before have we needed to embrace Salvatore Iaconesi’s gift, without superheroes, but with open codes.

art*science 2017 – Leonardo 50
Meraviglia Ubiqua
Salvatore Iaconesi: dato sensatile dal cuore punk
Berlino 2011, i termometri dei migliori pub tedeschi misurano con precisione la temperatura di -3 gradi e mezzo sotto la neve. Un manto incredibilmente bianco, più bianco della seta avvolge l’intera capitale nel soffio di Goethe, Walter Benjamin, Bertold Brecht e Wim Wenders.
Sono al Transmediale [1] Festival che nasce come mostra cinematografica nel 1988, per poi diventare palcoscenico di arte e cultura digitale che si tiene ogni anno nella capitale tedesca.
È la prima volta che incrocio dal vivo Salvatore Iaconesi, ne avevo già sentito parlare, diventerà poi uno dei fili rossi che tesseranno la gonfia scrittura della mia tesi di dottorato in Teoria dell’informazione e della comunicazione.
A quel tempo mi occupavo di arte digitale e il lavoro di Salvatore mi colpì immediatamente.
Lungo i corridoi dell’edificio dell’Haus der Kulturen der Welt, sento da lontano un’eco la parola MERAVIGLIA. Proprio in quel momento, non appena mi avvicino, con la mia timidezza inarrestabile e il mio tedesco da principiante (imparato unterweg) mi presento come un dottorando dell’Università di Macerata curioso dei suoi lavori.
Subito Salvatore mi appare davanti con un sorriso aperto, seguito da una risata esplosiva che da quel momento in poi, sarà uno scostante, ma presente click al cuore. Con le braccia spalancate Sal (a volte mi assumerò la responsabilità di chiamarlo anche così) mi accoglie nel suo mondo come fosse un oste che concede asilo all’ospite nella sua osteria con estremo sentimento di ricevimento intenso e raro, che pochi hanno il dono di avere. Ricezione autentica e profonda.
Con barba e capelli lunghi come un santone, una felpa viola con il cappuccio nello stile dei migliori hacker dal cuore punk, eccolo qui (lì) di fronte a me.
Salvatore è con Oriana, compagna di vita e di progetti, insieme a loro dentro ad un passeggino c’è Angel F (Autonomous Non Generative E-volitive Life_Form) un’intelligenza artificiale infantile fittizia creata da Salvatore nel 2007 come hack alla performance artistica Biodoll [2] dell’artista italiana Franca Formenti.
Salvatore Iaconesi (xDxD.vs.xDxD) arriva come un’esplosione, un BigBang (un BigData) nella mia vita, così di colpo, lui, Oriana e Angel F.
Da quel momento in poi, come un innamorato folle, non ho perso nessun progetto e alcuni li ho inseriti nella mia discussione di dottorato finale.
Salvatore ha il grande dono di restituire e disvelare un’immaginazione straordinaria creando dimensioni-oltre, una sorta di flatlandia tridimensionale “iaconesca” (e anche qui mi assumo l’ennesima responsabilità) su cui disseminare e connettere tutto ciò che accade. Proporzioni sproporzionate, meta-dimensioni iper-dimensionali. Salvatore, conosciuto come hacker, ingegnere robotico artista integrale (integro e ubiquo), ha unito e unisce arte e vita con un coraggio impressionante e una lotta costante tra relazioni ed ecosistemi.
Salvatore è un esploratore delle relazioni ubique, un geografo sensibile, un sensore “sensitivo” dove monete alternative, token, blockchain, smart contracts, piattaforme, big data; NFT [3] costruiscono autobiografie algoritmiche [4]. Salvatore è performer per un futuro imprevedibile, per un’ecologia di pensiero “climatico”, un “eco-sistemista polimorfico e autopoietico” tra pixel, dati, umani, non umani, animali, oggetti, cose, dove l’arte si fa strategia tattica.
Reale e fake con Iaconesi si uniscono dentro ad un immaginario scolpito, per una reinvenzione del reale stesso attraverso pratiche critiche del remix, mashup, ricontestualizzazione, reenactment [5].
Salvatore è tutto questo e molto altro e insieme a Oriana sono AOS: art is open source. Salvatore è un “electronic man [6]”, un corpo globale con un diverso modo di sentire ogni persona connessa. Sincretico e digitale, Salvatore si trasforma in one avatar [7] nel mondo virtuale che si “suicida” lanciandosi nel vuoto.
Iaconesi è un grande ecosistema umano [8] (e oltre), un terzo paesaggio nell’ecosistema relazionale.
Salvatore viene ricoverato il 27 agosto del 2012. Inizia il suo periodo da moicano-punk (mohoc). Il 4 settembre del 2012 si dimette volontariamente dall’ospedale con una diagnosi di “lesione neoplastica a basso indice proliferativo”: un glioma celebrale nell’area del linguaggio. Richiesta la sua cartella clinica digitale, gli viene consegnata nel formato DICOM: un formato tecnicamente aperto, ma destinato agli specialisti, e a lui inaccessibile. Salvatore apre i suoi file, li trasforma in semplici .JPEG e .HTML, li pubblica integralmente e lancia La Cura.
Il 10 settembre 2012 il suo messaggio [9] è caricato su youtube. A Marzo del 2013 Salvatore e Oriana partono per gli Stati Uniti: un viaggio coast-to-coast di due mesi con la Eisenhower Fellowship [10] durante il quale Salvatore presenta la Cura [11] a Washington sul palco di TED Med.
In quel viaggio Salvatore e Oriana (“il Messere e la Madamigella”) si sposano a Las Vegas. Ad aprile tornano in Italia e portano avanti il loro semestre a ISIA Firenze, dove iniziano ad insegnare Near Future Design [12] dove la “percezione del possibile” si diluisce su di un terreno tecno-logico con un approccio etnografico e antropologico desiderabile per poi trasformarsi in uno strumento strategico per le aziende, le organizzazioni e le comunità tramite la costruzione di “pre-totipi” (+ Mind, Hippokrates, Nat.Net, network, Efesto-VibeGel, Atum). Da questa esperienza, nel 2015, nascerà Nefula [13].
Iaconesi come in un‘orchestra “sinfonizza” immaginari futuri realizzabili con carica desiderante. Nel 2014 Salvatore diviene anche un passages metrocorporeo [14] (componente fondamentale della mia ricerca e pubblicazione) che si chiude a Macerata in un performance ubiqua con un finale celestiale: this.astro [15] (dis-astro). Una giornata “meravigliosa”, tra un pranzo a base di carciofi preparati con cura per Sal e Oriana e parole ubique tra paesaggi sonori e desideri di esplorazione.
Nel 2016, quando nasce La Cura Summer school [16], il progetto La Cura spalanca le porte a una ricerca open-source, dal medico al paziente (economia familiare, relazioni, urbanistica, psicologia…). Durante la Summer School si partorisce Baotaz [17] che permetterà di sperimentare condizioni di interconnessione planetaria, creando una sensibilità sul corpo umano alle emozioni umane sull’abitare del pianeta immerso tra data-opinioni e ricette culinarie ubique [18] per concludersi in un simposio finale generativo di ricerca quotidiano.
Con Salvatore La Cura conquista un terreno interconnesso “visibile” scardinando ogni tabù nei confronti della malattia e tutta questa bellissima storia viene pubblicata in un non-libro La Cura [19] che diventerà un ulteriore input, nonché un toolkit nelle connessioni relazionali tra le persone.
Salvatore nel 2017 trasforma un castello [20] (quello del Valentino a Torino) in un ambiente interattivo, in una poesia algoritmica, grazie agli agenti computazionali con cui Salvatore ibrida il suo sentire con un’esigenza interna, ossia quella di affrontare i problemi ambientali della complessità. La bellezza di Salvatore sta proprio qui, nello sciogliere la complessità, srotolare la matassa intricata, in possibilità del fare.
Nello stesso anno, durante l’evento di art*science [21] organizzato a Bologna da Noema [22] con il suo direttore Pier Luigi Capucci per l’anniversario dei 50 anni della rivista Leonardo [23], Iaconesi e Persico portano la loro immaginazione presentando Kernos [24], una mappa dei soggetti, dei luoghi, dei temi e delle relazioni delle arti e delle scienze nel bacino del Mediterraneo, tra luoghi, cyberspazio e digiplace [25], mentre con Accelerator [26] la ricerca scientifica contribuisce all’evoluzione culturale, attraverso il linguaggio e l’immaginazione. Scienza e arte ancora una volta collaborano e Salvatore ce lo insegna continuamente, in maniera eccezionale, col suo fare ed essere unico in questo.
Eccolo di nuovo a Macerata (2017), Sal insieme ad Oriana concertano corpi e dati. Insieme alla performer Francesca Fini e al producer Gianluca del Gobbo, portano un’altra costola del processo La Cura: BodyQuake [27], una visualizzazione del corpo scientifico, culturale, emotivo, tecnologico, psicologico, paradossale, sconvolto dal terremoto dell’attacco epilettico. Ancora una volta il corpo di Salvatore si apre a noi: un Body-Open-Source (BOS).
Salvatore non smette mai di raccontarci che i dati non sono importanti perché si possono contare, ma perché ci si possono trovare dentro delle forme ricorrenti. Iaconesi abbandona il paradigma estrattivo, trasformandolo in quello esistenziale, secondo cui i dati sono appunto elemento esistenziale del soggetto che, in quanto tale, può essere condiviso, creando così una nuova forma di alleanza tra esseri umani e attori non umani (agenti computazionali e ambiente), affinché da essi possano nascere nuove sensibilità e capacità di relazione. Una nuova cosmologia abilitata dalla collaborazione tra scienze, tecnologie, società, design e arte.
Dati, informazioni e protoni [28] ecco che Salvatore ricrea la sua mappa di seduta protonterapica, l’arte, la creatività e il design (e il corpo) conquistano così un ruolo fondamentale nel ristabilire gli equilibri nell’ecologia della comunicazione e dell’informazione della salute.
Ancora una volta come uno tsunami Iaconesi ci stupisce, ci fa riflettere, ci turba, ci fa immaginare e, in maniera indisciplinata, ci invita ad essere coraggiosi e imprevedibili. Ci sono sempre possibilità oltre alla possibilità.
Salvatore ha la pre-tesa di scongelare la U di “Utopia” generando un dizionario u-topico, trasformando Matera [29] in una città polifonica, visuale e heteroglottica.
Sal (una questione di affetto, amicizia, fratellanza, un maestro) è anche poeta dei dati, un artista “datapoietico” senza fine. Con Obiettivo [30], la prima installazione luminosa datapoietica accende una riflessione sulla povertà del mondo, offrendoci la capacità di sperimentare fenomeni complessi, mentre con Antitesi [31] dati e cambiamento climatico provocano una reazione partecipando a questo processo ecosistemico globale. Partendo da queste considerazioni, Datapoiesis porta nel mondo oggetti datapoietici, ossia nuovi oggetti d’arte e di design (mobili, indossabili, gadget e dispositivi per spazi privati e pubblici, sculture e installazioni per lo spazio pubblico) generando pensieri, condivisioni, discussioni per poi assumersi responsabilità e azioni partecipative, unendo individui e società.
Salvatore non si ferma mai, è un vulcano pronto a generare IAQOS [32], l’Intelligenza Artificiale di Quartiere Open Source in grado di raccogliere Big Data, utilizzando l’arte e il design per poi trasformare i dati in relazioni empatiche con gli abitanti del quartiere a Roma nel contesto territoriale di Tor Pignattara, coinvolgendoli in un’azione partecipativa a servizio della rigenerazione urbana. Se IAQOS rigenera, U-DATInos [33] fluttua nel fiume Oreto di Palermo tra vulnerabilità, “memoria viva” e il nostro futuro “vivente”; perché in fondo prendersi cura dell’ambiente è un Nuovo Rituale, ossia quello di andare al fiume a prendere i dati, monitorare la vita non solo dell’acqua, ma anche la nostra.
Con Salvatore gli ecosistemi cortocircuitano, si rigenerano continuamente da HER (Human Ecosystem Relazioni) ecco che impariamo ad amare i dati e nasce così HER She Loves Data, un festival di quartiere (primavera-inverno 2018), un monastero, un atelier, una spa, una Casa dove si tessono i cardi e i decumani di quello che diverrà il Nuovo Abitare, per star bene.
In questo rituale di meditazione (Data Meditation [34]) e nuova respons-abilità quotidiana coordinata da una riscrittura dell’immaginazione nasce l’Archivio dei Rituali del Nuovo Abitare [35] (ARNA) che come una spirale, una conchiglia auratica attrae quella ricerca s-finita dove far abitare tutti i corpi possibili e imprevedibili.
Salvatore, nell’impresa cosmologica di un nuovo modo di sentire, attiva una rete dinamica di co-partecipazione di attori e agenti (umani e non).
Le stelle traghettano il sogno (non di una cosa) di un mondo dove le stelle come sensori astrali geolocalizzano oroscopi plurali dove tutte le forme del vivente e non co-abitano. Sta proprio in questo riconoscimento (agnizione) che Salvatore prima, durante e dopo la pandemia scoperchia gli infiniti dati, facendo saltare il coperchio della pentola a pressione della società.
Salvatore non smette mai di lottare, reinventando quotidianamente nell’evoluzione continua per un “opendown performativo”.
Iaconesi genera uno stile di vita, un’estetica, una sensibilità, un interesse per poter pensare, riflettere, interpretare e re-immaginare. Sta nell’alleanza tra l’umano e non umano quella convalida di rel-A-zione desiderabile e possibile.
Per far questo c’è bisogno di meditare ed ecco che Salvatore ci permette di fare anche una Data Meditazione (Data Meditations [36]) partecipativa alla scoperta dell’Altro (fuori e dentro di noi) e dell’ambiente e di cui spesso non ci accorgiamo di abitare. Ancora una volta Salvatore si trasforma, ora in un maestro di yoga, fornendoci una palestra mentale dove esercitare nuove sensibilità. Non c’è atto politico più forte di questo e Salvatore con il suo pensiero cibernetico, tra Bateson e Adam Becker sovrappone e incrocia corpi, tra fisica quantistica e agenti computazionali. Nella diade arte e vita, Salvatore è l’espressione integrale di questa costellazione.
La nuova Cura, che ci dona con spirito critico (e punkettone), è quella del Nuovo Abitare inteso come spazio decodificato, un lato luminoso del paesaggio, dell’archivio, dei rituali dove l’ecosistema remixa differenze molteplici per addestrare il nostro sguardo/i verso un senso estetico, possibile, sorgente di conoscenza e coscienza, in cui perfino le rovine sono linfa vitale per uno spazio emergente, immersivo, dove ogni microstoria compone una macrostoria planetaria e nuove sensibilità rinnovate.
Se Cura è un modo di cercare e ri-cercare nuove modalità di curare, curarsi, per creare nuovi strumenti partecipativi, il Nuovo Abitare è un’architettura interstiziale di ricerca, di uno spazio comune (fuori dal comune) per la comunità, un rituale partecipativo di condivisione. Sgomitando tra Foucault, Baudrillard, Basaglia, De Certeau e Guattari, Salvatore crea spazi variabili di ricerca transdisciplinare fino alla fine, dalla zona temporanea autonoma (TAZ) fino alle zone di transizione di immaginari (ZTI), dove la zona a traffico limitato, diviene illimitato.
La Cura si fa Incuria [37] dove persino la cacca sul marciapiede è vita odorosa, possibilità che l’incidente accada.
Salvatore riesce ad essere così imprevedibile anche quando non c’è più.
Il 18 luglio 2022 il suo corpo si è trasformato in una costellazione “infuocata”, polarizzata su cui costruire universi paralleli, riflettere, rigenerare, lavorare -scrivendo codici- e rimappare emozioni.
Salvatore è ALIVE con le braccia spalancate come un un “Wild Pistoletto” di fronte a una finestra verso l’infinito, con il corpo nudo, libero, aperto e sorridendo ci saluta: Hello World.
Se La Cura diviene tattica che sovverte la strategia, il Nuovo abitare è relazione e connessione, dove interfacce sfacciate trasformano la percezione delle forme e delle sfere pubbliche e private. La Cura si muove come una performance partecipativa biopolitica, dove valorizzano le emozioni, i linguaggi, le relazioni umane, mentre il Nuovo Abitare costruisce una comunità partecipativa di condivisione con le sue storie e le sue complessità.
Questa in-credibile perfomance sta dentro a quella soglia tra salvezza ubiqua e un desiderio di co-umanità fatta di immaginari e di ritmi sincopati.
La bellezza di Salvatore sta in tutto questo (e tanto altro) in una trasformazione, in una transustanziazione selvaggia, un Wild Pistoletto con lo sguardo verso l’orizzonte e un cappello (Panama) fatto di sogni e immaginari poliedrici. Salvatore ha fatto esplodere la diga affinché qualsiasi flusso di acqua (e di coscienza) potesse liberarsi ed eXsistere. In questa empatia potentissima, il simbionte Iaconesi prende forma, si trasforma in un manifesto aperto, ibrido, meticciato di possibilità praticamente infinite. In questo viaggio, l’ultimo del corpo fisico, e uno dei tanti nelle connessioni cosmologiche, la rottura dei codici come atto biopolitico resta cicatrizzata dentro una ferita che avrà bisogno di tempo per regolare il concerto delle vite e delle sfide davanti a noi.
Salvatore è un atto poetico e rivoluzionario, è performance stupefatta dove attraverso affinità empatiche e telepatiche partecipiamo a un grande progetto di “abitare” le vite (tutte). Questo mio discorso a cuore aperto, come un’operazione senza anestesia, forse non restituisce l’immensità di Salvatore, ma ne dà una goccia che spero instillerà nell’oceano agitato una promessa di continuare ciò che Salvatore ha fatto e continua con noi a fare, ossia aprire il suo corpo. Il nostro (suo) viaggio non è che iniziato, una sfida importante dove la vita si rinnova fino alla fine e ancora oltre e oltre ancora, senza àncora, questa volta non ce l’abbiamo.
Salvatore è vivo insieme al gatto di Schrödinger e ora, ebbene sì, sono cazzi nostri!! Non è nella tragedia trovare la soluzione, ma in essa è riconoscerci affinché possiamo riposizionarci, iniziando una via nuova (una vita nova) in un diverso modo di esprimersi malgrado tutto, esplorando i confini tra arte, tecnologia, affinché i dati siano strumenti esistenziali e la malattia elaborazione di una cura collettiva dove abitare. Ri-suona pre-potente la sua voce nelle mie parole da dove scrivo e fa eco ancora qui vibrano come fosse un tenore. Dal suo corpo ubiquo si scioglie dentro un’emozione aumentata alla sofferenza e alle paure dell’essere umano, un atto alla sensibilità (sensatile), alla coesistenza senziente invece che alla separazione anestetica. Mai come oggi abbiamo avuto bisogno d’Arte [38] e mai come oggi abbiamo bisogno di “r-accogliere” il dono di Salvatore Iaconesi, senza supereroi, ma di codici aperti.
E forse alla fine, non c’è mai una fine, Salvatore lo sa bene. Il testimone che ci passa, come in una staffetta olimpionica, si trova alla curva che di solito è quella più difficile, la quale richiede un passo ancora più importante, costante e muscoloso fino a rompere il fiato. Ebbene, io ce la sto mettendo tutta, ci sto provando a camminare insieme a voi e insieme a Sal (ALIVE), ma non dentro al Metaverso, ma nei suoi versi, quelli ubiqui (obliqui) e “sversati” (SalvaVerso) senza fine, quelli di Sir. Salvatore Iaconesi che ogni giorno si riempiono in un movimento d’insieme continuo, fino a commuoverci … Una prova di r(i)esistenza manifesta [39]. Che MERAVIGLIA!!!! Grazie Sal.
P.S. Salvatore per me è stato ed è poesia. Di seguito la prima poesia scritta per lui (durante la cura) e l’ultima (anzi la penultima) in concomitanza al suo post fino alla fine [40]. Quelle che ho scritto nell’intermezzo, per ora me le conservo con desiderio di condivisione prossima. L’ultima poesia l’ho scritta a conclusione di questa mia lettera “d’amore”.
#lacura (13.09.2012)
Nel sussurro elettrico delle onde celebrali,
un silenzio delicato perturba danzante le consonanti pronunciate,
mentre le vocali si dissolvono, nel cruciverba sonoro della malattia.
Lo sguardo consuma l’occhio di fronte al vetro della finestra,
mentre l’aria narra la tua storia attraverso nuvole sottili di vapore.
Connesso nello spietato gioco dei sogni notturni,
la chimica delle pasticche scioglie i nodi del corpo.
Durante il risveglio le parole restano
e le immagini si vestono
di un sorriso lento e prezioso.
Coraggio sobrio,
malattia sorda,
abbaglio cieco
ci costringono al rinnovo.
La guarigione distende le mani del tempo
e nel rovescio delle lettere
nel rumore delle parole,
con coraggio proteggo la cura.
#finoallafine (26.07.2021)
Nell’indeterminazione
di una risonanza che preavvisa,
nell’inoperabile tentativo di rischiare
fino alla fine.
Un rituale sopravviene
nell’imprevedibilità di una tragedia.
Il gatto di Schrödinger sviene
nel tentativo di liberare il panda,
mentre Indiana Jones corre sul ponte della storia.
La cura trasgredisce nel sentimento feroce di un amore
che brucia nell’intimità fragile dell’essere insieme-assoli.
Solinsiemistica plurale nella mappa del sensibile e del possibile.
Esperienza del limite,
opera l’arte inconsolabile della poesia,
come laboratorio cosmologico
fabbrica costell-azioni e dis-astri
progettando sensibilità del non conosciuto, in-conoscibile.
Una ricerca sulla fine,
fino alla fine, oltre la fine.
Finitudini s-finite.
Nel centro periferico delle relazioni,
le reazioni del tramandare
come fiume in piena
sgorgano pre-potenti sugli affluenti nervosi dei codici
per poi gettarsi catapultando nel mare di una geografia dei sensi sensibili.
Immaginare nella cura
re-inventando sulle tracce che accadono
l’impronta di una libertà circolare.
Nel nuovo abitare,
si fa archivio nomadico
la performance di una ricerca
sul limite del r-esistere.
Noi.
Vocale, consonante come bocca (OS) si apre,
spalancando la voce dentro le stagioni del corpo,
nel dolore della carne,
e nel colore delle esperienze.
Retrocedere alla lingua muta delle corporeità,
atto linguistico della conversazione,
nell’invenzione della quotidianità.
Esperire nella dimestichezza della preparazione,
tempo prezioso
di ingredienti che si mescolano
per una ricetta scrupolosa dell’ospitare.
Pratica finale nel differente vivere
sulle corde del limite,
per non sprecare questa occasione,
risorsa nobile e aperta (NOS).
Sorgente emozionale,
elastica,
nel paradosso di una tragica tensione
nella tattica dell’abitare
con l’abito migliore dell’immaginario,
esponendosi alle possibilità di vita e di morte.
Grafia di una scrittura continua
zoppicante e appiccicosa,
che trasuda esangue il grido di una estate arida.
nel sacrificio della perdita e della conquista.
Segno indispensabile
nel nodo
della presenza muta
e dell’assenza sorda.
Risuona fino alla fine,
operAzione del limen.
#MERAVIGLIA (18.07.2022)
Salvezze
Aliene
Liberate
Vive
Abitano
Territori
Oltre
Restituendoci
Emozioni
Note
1) Angel F, Salvatore Iaconesi and Oriana Persico/TRANSMEDIALE 2011: https://vimeo.com/41975135. https://transmediale.de/. Iaconesi, Salvatore; Persico, Oriana, Angel F. Diario di una intelligenza artificiale. Rome: Castelvecchi, 2009. [back]
2) Franca Formenti, artista italiana residente a Varese, ha inventato nel 2002 il personaggio Biodoll che ha iniziato a fare le sue apparizioni prima in rete e poi nel mondo fisico utilizzando quelli che venivano chiamati “cloni”: giovani donne, prostitute, starlette pornografiche, transessuali e modelle che interpretavano il ruolo di una prostituta digitale. Biodoll è stata una performance artistica incentrata sulla ricerca emersa dalla rete delle nuove forme di sessualità e sull’analisi dei cambiamenti apportati da questa trasformazione ai concetti di spazio privato e pubblico, di privacy e di possibilità di creare identità multiple e fluide attraverso il linguaggio e i media digitali. Il tema della fertilità è sempre stato centrale nella performance Biodoll: la prostituta digitale era un clone senza donna, ma desiderava dare alla luce un figlio, il “Bloki”.
https://web.archive.org/web/20091023080104/http://www.digicult.it/2007/biodoll.asp [back]
3) S. Iaconesi, O. Persico, S. Capezzuto, D. Bucci, Nuovo Abitare) NFT_NoFuTure, D Editore, Roma, 2022. Cfr. https://xdxd-vs-xdxd.medium.com/nft-12cb8583ca23 [back]
4) https://www.youtube.com/watch?v=X_Po4JTF4JA [back]
5) C. Hendrickson, S. Iaconesi, O. Persico, F. Ruberti, L. Simeone, REEF RomaEuropa Fake Factory. La reinvenzione del Reale, Deriva Approdi, Roma, 2011. [back]
6) https://www.artisopensource.net/category/projects/electronicman/ [back]
7) https://www.artisopensource.net/OneAvatar/ [back]
8) https://www.artisopensource.net/projects/human-ecosystems/ [back]
9) https://www.youtube.com/watch?v=y8VnnmuayzE [back]
10) https://www.efworld.org/ [back]
11) https://www.youtube.com/watch?v=4CoHAWTlKy0 [back]
12) https://xdxd-vs-xdxd.medium.com/near-future-design-5889bf1bde9e [back]
13) https://nefula.com/ [back]
14) G. Cipolletta, Passages metrocorporei. Per un’estetica della transizione, eum, Macerata, 2014. [back]
15) https://adamomagazine.wordpress.com/2014/05/10/this-astro-per-una-connettitudine-polifonica/ [back]
16) http://la-cura.it/summerschool/ [back]
17) https://www.artisopensource.net/projects/baotaz/ [back]
18) https://github.com/xdxdVSxdxd/LaCuraBook/blob/master/IT/La-Cura-Summer-School/Outputs/Open-Source-Restaurant/lcss%20-%20ubiquitous%20recipes%20by%20G.Cipolletta.pdf [back]
19) S. Iaconesi, O. Persico, La cura, Codice Edizione, Torino, 2016. [back]
20) https://www.artisopensource.net/projects/sul-caldo-e-sul-freddo/ [back]
21) https://artscience.online/artscience-2018/ [back]
22) https://noemalab.eu/ [back]
23) https://leonardo.info/ [back]
24) https://www.artisopensource.net/projects/kernos/ [back]
25) Servizi basati sul web che combinano coordinate spaziali e indici di materiale online consente a qualsiasi utente del web di effettuare ricerche su Internet con riferimento geografico. In questo articolo caratterizziamo lo spazio ibrido risultante come DigiPlace, ovvero l’uso di informazioni classificate e mappate nel cyberspazio per navigare e comprendere luoghi fisici. Passiamo in rassegna le teorie rilevanti sulle combinazioni ibride di spazio fisico e virtuale, sul modo in cui il software (codice) produce automaticamente lo spazio e sul modo in cui le politiche del codice (in particolare il codice che genera le mappe) modellano la rappresentazione dei luoghi. L’articolo si conclude con un caso di studio del DigiPlace creato da GoogleMaps, che utilizza lo stesso codice che alimenta l’indice di Google del cyberspazio. Un’argomentazione centrale avanzata dal caso di studio riguarda il modo in cui le interazioni tra cultura, codice, informazione e luogo costruiscono il DigiPlace e ombreggiano le percezioni dei luoghi che vengono mappati.
https://www.semanticscholar.org/paper/Mapping-DigiPlace%3A-Geocoded-Internet-Data-and-the-Zook-Graham/cb89d4d176d20cee1fcdec3e5d087338a695130c?p2df [back]
26) https://www.he-r.it/project/accelerator-arts-sciences/ [back]
27) https://vimeo.com/218181348; http://la-cura.it/2017/04/29/bodyquake/ [back]
28) https://www.he-r.it/project/di-protoni-e-dati/ [back]
29) https://www.artisopensource.net/2016/10/17/u-topia-an-ubiquitous-interconnetcive-neo-ritual-in-matera/ [back]
30) https://www.he-r.it/project/datapoiesis-2/ [back]
31) https://www.he-r.it/antitesi-wisteria-furibonda-and-nuovo-abitare/ [back]
32) https://www.he-r.it/project/intelligenza-artificiale-di-quartiere-open-source/ [back]
33) https://www.he-r.it/project/udatinos/ [back]
34) https://www.he-r.it/project/data-meditations/ [back]
35) https://operavivamagazine.org/larchivio-dei-rituali-del-nuovo-abitare/ [back]
36) https://www.maxxi.art/events/datameditation-una-meditazione-per-lambiente/ [back]
37) S. Iaconesi, O. Persico, Incuria, Sossella Editore, Roma, 2021. [back]
38) http://www.operabarolo.it/it/nn-386-44/news/mai-come-oggi-abbiamo-avuto-bisogno-d-rsquo-arte; https://www.arshake.com/mai-come-oggi-abbiamo-avuto-bisogno-darte/ [back]
39) https://www.fondazionebaruchello.com/prove-di-riesistenza-ilaria-conti [back]
40) https://xdxd-vs-xdxd.medium.com/fino-alla-fine-until-the-end-ab639239140b [back]
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