Per chiunque di noi si sia trovato di fronte alla tv quel pomeriggio dell’11 settembre 2001, le parole ‘under attack’ ricorderanno sempre le immagini trasmesse dalla CNN che mostravano l’incredibile, commentate da quella scritta, ‘America under attack’ che ci lasciava attoniti. Da allora abbiamo tutti reagito a quell’evento in un modo o nell’altro, e anche il mondo dell’arte reagisce. Ennio Bertrand, artista torinese ma milanese d’adozione, ha fatto di quelle immagini il contenuto della sua nuova opera, Under attack, unendo due filoni delle sue precedenti esperienze: quello fotografico della elaborazione delle immagini dei media, e quello delle installazioni interattive.
Da tempo Bertrand lavorava ad un nuovo dispositivo per l’interazione con le immagini video, che ha chiamato Remote Stills. Questo sistema è formato da un video, un computer e un congegno che tramite ultrasuoni rileva la posizione dello spettatore, il tutto collegato ad un software che associa la distanza della persona dal monitor alla lunghezza del video. Se la persona è lontana, il video parte dall’inizio e man mano che la persona si avvicina il video avanza, mentre se si ferma il video si blocca e se la persona arretra il video va all’indietro. Stando fermi per più di due secondi il video cambia, in quanto l’opera contiene diverse sequenze.
Il sistema è indipendente dai video e la prima opera che ospita è dunque questa sequenza di immagini sul tema delle Twin Towers colpite dall’attacco terroristico, che è solo il primo di una serie di opere che l’artista ha in progetto di realizzare.
Il tipo di interazione che Remote Stills mette in atto è molto interessante in quanto va in un certo senso nella direzione opposta rispetto ad altre viste finora. Qui non è la volontà dello spettatore che fa agire l’opera, ma l’opera che si attiva e si trasforma qualunque cosa tu faccia, ti attira dentro di sé e dentro la sua logica, ti si cuce addosso. Non c’è più una distinzione netta tra la visione passiva e la partecipazione attiva, solo un rapportarsi a ciò che succede, a quello che vediamo. Questa relazione si associa intimamente alle immagini che l’opera di volta in volta ti può proporre e che ne sono il contenuto, generando sensi diversi. Under attack ad esempio ti mette nella condizione di vivere in soggettiva quelle immagini mediatiche che, come ha detto Baricco, ci hanno fatto sentire lo show del sabato sera di qualcun altro. I video scorrono silenziosamente, vai avanti, vai indietro, ti fermi, sembra che tu possa controllare quello che vedi, ma non è così, non è finzione, è successo davvero. La ridondanza ossessiva di queste drammatiche immagini stride con la componente ludica sempre presente in ogni opera interattiva, provocando uno scarto di realtà che fa riflettere sul nostro coinvolgimento, sulle nostre reazioni e sulla nostra capacità critica di fronte alle notizie raccontate dai media.
Altro particolare degno di nota è che tutta la struttura non ha grandi dimensioni, può essere adatta anche ad un collezionismo privato, cosa ben rara quando si parla di opere tecnologiche interattive. L’opera è stata presentata in anteprima ad Artissima a Torino dalla Galleria Estro di Padova, dal 15 al 18 novembre 2001.
Comments are closed